Vacanza è una parola che porta con sé la poesia di un tramonto, il profumo salmastro del mare, il soffice tepore di un letto, tornando con il pensiero fino all’infanzia quando il calendario e l’orologio erano oggetti inutili, ad appannaggio unicamente degli adulti.
Poi, nel tempo, cambia accezione e prende il nome di “ferie”: un’unità di misura spazio tempo, a scadenza, entro la quale bisogna riposare o quantomeno divertirsi.
Ma invecchiando il divano rischia già di diventare il nostro miglior amico mentre il divertimento perde quella leggerezza fine a sè stessa, la risata, meravigliosa proprio perché non ha assolutamente senso.
Ad una certa età si presenta la tentazione pericolosa della pigrizia e il desiderio di comodità. Pericolosa perché ci trascina a sé come il canto di una sirena impedendoci di guardare oltre la siepe.
Ma ecco che vi porto l’esperienza di una che non ha ceduto al canto delle sirene e a 56 anni si è lanciata a vivere un’avventura consigliata a tutti: diventare wwoofer !
Trovate on line il programma che coinvolge tutti i paesi del mondo ed è una filosofia di viaggio e volontariato più che una proposta turistica.
La traduzione da google è:
World-Wide Opportunities on Organic Farms (WWOOF Opportunità globali nelle fattorie biologiche) : un’organizzazione che mette in contatto le fattorie biologiche con chi voglia, viaggiando, offrire il proprio aiuto in cambio di vitto e alloggio.
Per chi vive in città, l’esperienza del contatto con la madreterra è terapeutica.
Occuparsi di un orto, curare un giardino e vivere a stretto contatto con la vita rurale, può aprirvi orizzonti emotivi del tutto inaspettati. Perché non stiamo parlando dei laboratori organizzati in città per insegnarvi a piantare una cipolla, mentre il traffico intorno assorda i pensieri.
Diventare wwoofer significa allontanarsi dal noto e perdersi in un bosco scandinavo o fra i monti della Savoia o nella remota regione dell’ Alentejo per scoprire che senza inquinamento luminoso si vedono le stelle, senza rombo di motori si sentono le cicale, senza scarpe con il tacco ci si può infangare i piedi ed essere felici.
Diventare wwoofer ci permette di riallineare l’ anima alla natura, capire come nascono i frutti della terra e soprattutto quanto sono buoni senza veleni.
Svegliarsi presto al mattino e vivere una vita spartana: tornare all’essenziale, liberarsi delle comodità quindi improvvisamente assaporare la libertà.
In un’epoca che ci ha abituati a non muovere un dito, fino a telecomandare la lavastoviglie dall’ufficio, andare nei campi a prendersi il cibo da cucinare e dare una mano agli agricoltori diventa un’esperienza magica.
Nessuno vi paga, sia chiaro. Ma nessuno vi chiede soldi. Intanto.
Non si parla di denaro, viva Dio, una volta ogni tanto.
Si impara la preziosità della coltivazione biologica e a discernere meglio le scelte che farete al supermercato, al vostro ritorno.
Fidatevi di me.
Se la schiena regge ancora, non perdete tempo. Scegliete la nazione che più vi ispira e partite all’avventura del wwoofing !