PER LA PRIMA VOLTA IN EUROPA A BRUXELLES IL “CHILDFUND ALLIANCE WORLD INDEX 2024” SUI DIRITTI DI DONNE, BAMBINI E BAMBINE IN 157 PAESI DEL MONDO
1 minore su 3 e più di una donna su 4 vivono in Paesi dove i diritti umani sono poco rispettati. In classifica prime Svezia, Islanda e Norvegia; fanalino di coda il Ciad; in Afghanistan a rischio i diritti delle donne. Italia 34esima dopo Spagna, Francia e Germania
Interpellati 10mila bambini e bambine di 41 Paesi: disoccupazione, povertà ed epidemie le principali preoccupazioni per il futuro.
Nei Paesi a reddito medio-alto, bambini e bambine sono più infelici e incerti sul futuro rispetto ai coetanei dei Paesi emergenti.
Bruxelles, aprile 2025 – Un bambino e bambina su tre e più di 1 donna su 4 vivono in Paesi in cui i diritti umani non sono sufficientemente rispettati e implementati; sono stati fatti progressi per la salute infantile, mentre il diritto all’istruzione non ha visto significativi miglioramenti dalla pandemia. E in generale, interpellati direttamente, ancora troppi bambini e bambine nel mondo affermano di non essere felici.
È una fotografia a luci e ombre quella del ChildFund Alliance World Index, precedentemente pubblicato come WeWorld Index da WeWorld, membro italiano della rete globale ChildFund Alliance, che misura le condizioni di vita di donne e bambini/e in 157 Paesi, valutando la promozione, l’esercizio e la violazione dei loro diritti. La ChildFund Alliance raggruppa 11 organizzazioni umanitarie, raggiungendo 30 milioni di persone in 70 Paesi.
L’Index, presentato oggi per la prima volta in Europa a Bruxelles, presenta una classifica globale dei 157 Paesi in base all’attuazione dei diritti delle donne e dei bambini/e, e un focus tematico: per il 2024 la ricerca si concentra sul diritto delle giovani generazioni ad avere un futuro (diritto di vivere in un mondo che offra opportunità eque e sostenibili per la loro crescita, benessere e sviluppo), riportando le voci di 10.000 bambini, bambine e adolescenti di 41 Paesi sulle loro paure, aspettative e speranze.
Oltre agli interventi di importanti figure istituzionali, tra cui Cecilia Strada (membro del Parlamento Europeo), Bertrand Bainvel (rappresentante dell’UNICEF presso le Istituzioni dell’UE e Direttore dell’Ufficio delle Partnership) e Adel Anna Sasvari (responsabile delle politiche per i diritti dell’infanzia, DG Partnerships Internazionali, Commissione Europea), l’evento ha incluso anche la proiezione di due brevi film: il primo ha illustrato l’azione di WeWorld in Tanzania, mentre il secondo è stato un corto animato inedito intitolato Amal, realizzato da WeWorld e Factanza e finanziato da ECHO – Direzione generale per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee per sensibilizzare sui diritti e sul futuro dei bambini e delle bambine.
Il corto narra la storia di Amal, una bambina siriana che ogni giorno si sveglia per andare a scuola, nonostante le difficoltà che affronta appena esce di casa. La sua quotidianità racconta una storia più grande: quella di tanti bambini e bambine che, ogni giorno, cercano di riappropriarsi dei loro sogni e del loro futuro in un contesto dove l’educazione è una speranza che ancora resiste.
“Abbiamo voluto amplificare la voce di bambini, bambine e adolescenti, ancora fortemente sottorappresentati nei summit internazionali. Si parla spesso di loro, in Italia e all’estero, ma non li si ascolta abbastanza: questa è una delle maggiori evidenze dell’Index di quest’anno, in tutti i Paesi” commenta Dina Taddia, CEO di WeWorld. “Auspichiamo che questa consultazione partecipata possa fare da apripista per un futuro in cui vulnerabilità, bisogni ma anche speranze dei giovani vengano finalmente ascoltati, e in cui bambini e bambine vengano messi al centro dell’azione, non solo delle organizzazioni umanitarie, ma dei programmi di tutta la comunità internazionale”.
Meg Gardinier, Segretaria Generale di ChildFund Alliance, afferma: “Il World Index 2024 lo rende indiscutibilmente chiaro. Le bambine e i bambini non sono semplici destinatari di aiuto: sono agenti attivi nel plasmare il proprio futuro. La nostra sfida, ora, è abbattere le barriere che impediscono la loro reale inclusione nei processi decisionali. Dobbiamo smettere di considerare la partecipazione dei bambini e delle bambine come un ‘valore aggiunto’ e iniziare a riconoscerla come un diritto non negoziabile”.
CHILDFUND ALLIANCE WORLD INDEX: HIGHLIGHTS GENERALI
- Nel 2023, 1 bambino/a su 3 e più di 1 donna su 4 vivevano in paesi con un’attuazione limitata o minima dei diritti umani.
- Al ritmo attuale, ci vorranno 113 anni perché le donne e i bambini/e siano testimoni della piena attuazione dei diritti valutati dall’Index in tutti i Paesi.
- I contesti in cui vivono donne e bambini/e oggi sono meno democratici e sicuri rispetto al passato, anche se si registrano miglioramenti nell’accesso alle informazioni e ai servizi WASH (Water, Sanitation and Hygiene).
- Si rilevano progressi significativi per la salute dei bambini/e, ma i progressi sul diritto all’istruzione sono fermi dal 2020, anche a causa dei rallentamenti dovuti alla pandemia.
- I livelli di istruzione e partecipazione delle donne ai processi decisionali sono in aumento. Tuttavia, le donne rimangono il gruppo sociale più vulnerabile ed emarginato a livello globale, e sperimentano la più alta probabilità di violazioni dei diritti umani.
LA CLASSIFICA: HIGHLIGHTS E ITALIA
Guardando la classifica generale, si confermano primi per rispetto dei diritti di donne, bambini e bambine i Paesi del Nord Europa: ai primi tre posti troviamo Svezia, Irlanda e Norvegia, seguite da Svizzera, Australia e Danimarca. In coda alla classifica, Paesi africani come Mali, Niger, Repubblica Centrafricana, con il Ciad fanalino di coda su 157 Paesi. Paesi dove i diritti delle fasce più vulnerabili della popolazione continuano a essere a rischio. Menzione a parte merita l’Afghanistan, quasi sparito dalle cronache dei media: un Paese “fuori dai radar”, dove il divario tra la condizione di uomini e donne resta enorme e i diritti di bambine e bambini sono a rischio. Si prevede inoltre un peggioramento per Paesi come Libano e Palestina, a causa dei conflitti in corso.
L’Italia è 34esima nella classifica generale Nonostante l’Italia sia nella parte alta della classifica, che comprende Paesi con “forte implementazione dei diritti umani”, le cose cambiano se si guardano i sottoindici: soprattutto per la condizione delle donne, il nostro Paese si conferma un Paese a misura di uomini ed è molto peggiorata dal 2015, passando nella categoria “Moderate Human Rights Implementation”; mentre si registra un miglioramento della salute femminile, seppur lieve, peggiorano invece le altre componenti considerate, come opportunità economiche, educazione e partecipazione ai processi decisionali.
Rispetto al 2015, invece, migliorano complessivamente le condizioni di bambine e bambini, soprattutto grazie a un progresso significativo della salute. Peggiorano invece il capitale umano ed economico, con rischio di povertà intergenerazionale e educativa, anche a causa dei poco mirati investimenti in educazione e degli ampi divari territoriali.
LE VOCI DI BAMBINI E RAGAZZI: IMMAGINARE IL FUTURO
Riconoscendo i bambini come titolari di diritti, ChildFund Alliance li coinvolge nell’identificazione dei loro bisogni e aspirazioni. Per l’Index 2024 sono stati consultati 10.000 bambini/e e adolescenti dai 10 ai 18 anni in 41 Paesi, su temi come povertà, conflitti, cambiamento climatico, violenza e sogni per il futuro.
La condizione dei bambini: highlights
- Più di 1 bambino/a con disabilità su 7 non frequenta la scuola regolarmente.
- Nell’Africa centrale e occidentale, quasi 1 bambino/a su 3 dice di non andare a scuola regolarmente.
- Quasi 1 bambino/a su 10 afferma di lavorare attualmente.
- L’insicurezza alimentare colpisce quasi 1 su 4 (23%) bambini/e con disabilità, rispetto al 14% di coloro che non hanno disabilità.
- Più di 1 bambino/a su 10 solitamente non si sente felice. Nell’Africa centrale e occidentale questa cifra sale a più di 1 bambino su 3.
- Il livello di felicità è correlato positivamente sia alla frequenza scolastica che alla sicurezza alimentare: i bambini/e che frequentano la scuola regolarmente e si sentono sazi dopo ogni pasto tendono a essere più felici.
Bambini e diritti
- Più di 1 bambino/a su 5 ha una percezione debole dei propri diritti; i ragazzi ne hanno una percezione più debole rispetto alle ragazze.
- Quasi 3 bambini/e su 10 con status socioeconomico basso hanno debole percezione dei propri diritti, rispetto ai quasi 2 su 10 di quelli di contesti socioeconomici più elevati. Vulnerabilità e marginalizzazione influiscono negativamente sul riconoscimento di sé stessi come titolari di diritti.
- 4 bambini/e su 10 si sentono insicuri a causa di guerre e criminalità.
- Più di 1 bambino/a su 4 pensa che gli adulti non promuovano pienamente i suoi diritti.
- Vivere in ambienti in cui i diritti sono effettivamente riconosciuti e sostenuti dagli adulti influenza in modo significativo la percezione di sé dei bambini /e come titolari di diritti.
In generale, bambini e bambine dei Paesi europei e occidentali sono tendenzialmente più incerti sul futuro, dubbiosi e infelici rispetto ai loro coetanei dei Paesi a reddito medio-basso, e meno consapevoli dei propri diritti, come fossero “appendici” dei genitori. In Paesi che hanno sperimentato alcuni avanzamenti negli ultimi anni, come Tanzania, Kenya o alcune aree dell’America Latina, i giovani sono meno consapevoli della possibilità di dare e avere una propria opinione, perché meno abituati a essere interpellati, ma sono più consci di avere dei diritti.
In generale, bambine e bambini hanno sogni, desideri e aspirazioni ma troppe volte le loro voci rimangono ancora troppo spesso inascoltate. Solo ascoltando ciò che hanno da dire è possibile costruire un mondo che sia a loro misura e quindi garantire loro il diritto al futuro, partendo da azioni e politiche concrete.
Preoccupazioni e speranze di bambini e bambine
La terza parte del sondaggio si concentra sulla percezione che i bambini/e hanno del loro futuro, tra paure e incertezze ma anche speranze, aspettative e sogni.
• Le tre principali preoccupazioni dei bambini/e riguardo al futuro sono disoccupazione, povertà ed epidemie.
• I bambini/e che percepiscono livelli elevati di promozione dei diritti da parte degli adulti di riferimento nella loro vita sono generalmente meno ansiosi riguardo alle minacce future.
• 1 bambini/e su 7 credono che non potranno decidere liberamente se sposarsi o avere figli.
In Italia:
- 1 bambino/a italiano/a su 10 dichiara di non essere felice. 2 su 10 preferiscono non rispondere alla domanda.
- Il 6% dei bambini/e intervistati dichiara di lavorare attualmente.
- Quasi 1 bambino/a italiano/a su 5 ha una debole percezione dei suoi diritti.
- Più di 1 bambino/a su 2 dice che gli adulti non chiedono la sua opinione.
- Le cose che preoccupano di più i bambini e le bambine italiane nel loro futuro sono nell’ordine: mancanza d’acqua, guerre e conflitti, violenza.
- Più di 1 bambino/a su 4 non immagina il suo futuro in Italia.
LE 5 PRIORITÀ
Ai bambini/e è stato chiesto inoltre di identificare le priorità e le azioni che gli adulti dovrebbero intraprendere per garantire loro un futuro migliore.
In generale, sono 5 le aree d’azione su cui i bambini/e chiedono agli adulti di impegnarsi maggiormente:
- Diritto all’educazione
- Protezione dalla violenza e dalle discriminazioni
- Ascolto dell’opinione di bambini, bambine e adolescenti
- Comprensione e rispetto
- Avere adulti di riferimento capaci di guidare, incoraggiare e supportare bambini e bambine.
CHILDFUND ALLIANCE
La rete globale ChildFund Alliance – di cui WeWorld è l’unico membro italiano – è composta da undici organizzazioni umanitarie focalizzate sui diritti di bambine, bambini e adolescenti in oltre 70 paesi del mondo.
WeWorld
WeWorld è un’organizzazione italiana indipendente impegnata da oltre 50 anni con progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario per garantire i diritti a tutte le persone a partire dalle comunità più vulnerabili. I progetti di WeWorld – 165 progetti in 26 Paesi inclusa l’Italia – mettono al centro chiunque sia ai margini, geografici e/o sociali, promuovendone lo sviluppo umano ed economico, affinché possa autodeterminarsi e diventare protagonista del proprio cambiamento.
Con oltre 10 milioni di beneficiari diretti e 54 milioni di beneficiari indiretti WeWorld si occupa di diritti umani, aiuti umanitari, sicurezza alimentare, acqua, igiene e salute, istruzione ed educazione, sviluppo socio-economico e protezione ambientale, educazione alla cittadinanza globale e volontariato internazionale.
È attiva in Italia, Siria, Libano, Palestina, Libia, Tunisia, Afghanistan, Burkina Faso, Benin, Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Kenya, Tanzania, Mozambico, Mali, Niger, Bolivia, Brasile, Nicaragua, Haiti, Cuba, Perù, Ecuador, Tailandia, Cambogia, Ucraina e Moldavia.
Mission – La nostra azione si rivolge soprattutto a bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità per un mondo più giusto e inclusivo. Aiutiamo le persone a superare l’emergenza e garantiamo una vita degna, opportunità e futuro attraverso programmi di sviluppo umano ed economico (nell’ambito dell’Agenda 2030).
Vision – Vogliamo un mondo migliore in cui tutti, in particolare bambini e donne, abbiano uguali opportunità e diritti, accesso alle risorse, alla salute, all’istruzione e a un lavoro degno.
Un mondo in cui l’ambiente sia un bene comune rispettato e difeso; in cui la guerra, la violenza e lo sfruttamento siano banditi. Un mondo, terra di tutti, in cui nessuno sia escluso.
Per informazioni:
Ufficio Stampa WeWorld
Greta Nicolini – Responsabile Ufficio Stampa – greta.nicolini@weworld.it