Da comunicatrice e consumatrice, so che il valore aggiunto è, innanzitutto, l’UNICITA’ del territorio e delle sue salite. I panorami – qui – sono mozzafiato. Tolgono il fiato, in ogni senso: sono bellissimi e sono in estrema pendenza.
Cercano di imitarci e copiarci, ma queste colline e questi vigneti sono inimitabili. Non si possono replicare le creste e i cordoni di Conegliano e di Valdobbiadene, il cru Cartizze – fra i più costosi e preziosi al mondo – e i borghi antichissimi di Follina e di Rolle, che è stato eletto PUNTO FAI.
Le nostre sono colline magnifiche, ma non sono colline tanto dolci.
Qui, in alta collina, si lavora perennemente in salita.
Sono rive scoscese, verticali. Qui, in vigna, si lavora tanto e si lavora a mano. A volte, si scivola pure. Ci sono salite estreme, ci sono vigneti con una pendenza del 60 per cento, dove si fa fatica a lavorare in piedi. Figuriamoci se può arrivare un trattore o un macchinario. Si arriva a lavorare perfino 800 ore per ettaro, contro le circa 150 ore di lavoro in media in pianura.
Sotto il sole, sotto la pioggia, sempre in piedi.
Certo, tecnologia e ricerca sono fondamentali: permettono di tutelare la biodiversità, di prevedere problemi, di trovare soluzioni sostenibili e di proporre qualità.
L’intelligenza artificiale, da queste parti, può supportare la naturale sapienza di tutte quelle donne e quegli uomini che, ogni giorno e in armonia con l’ambiente, lavorano manualmente e pazientemente questi filari.
Con la tecnologia, possiamo avere informazioni meteo aggiornate e strumenti moderni per coltivare in modo sostenibile, riducendo al massimo l’utilizzo di agrofarmaci. Con i droni, possiamo scattare immagini incantevoli e, così, raccontare nel mondo la bellezza di questi paesaggi Patrimonio UNESCO. I protagonisti, però, qui restano due: ambiente e essere umano.
VALDOBBIADENE CONEGLIANO: QUANDO LA VITICOLTURA È EROICA
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