Una donna confusa

di


Non mi permetto mai di fare prediche e neppure di imporre il mio punto di vista. Sono semplicemente una donna di una “certa età” con il suo vissuto. L’espressione non contiene un concetto vago: è quella che nessuno può togliermi di dosso. Il tempo vorrebbe lenire il mio disagio e il mio rammarico, ma ahimè non posso farci nulla se non accettare il suo regalo di un anno in più da spendere con un rassegnato “ormai”. Un grazie lo merita lo stesso per il suo dono di saggezza che dovrebbe rendere la mia vita meno confusa. La saggezza a mio avviso diventa pericolosa quando se ne fa sfoggio, meglio l’umiltà che è l’arte di capire e passare sopra alle cose. La gioventù appartiene a tutti, la stagione delle intense passioni e delle grandi imprese regala una manciata di eroismo e di rivoluzione. Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia, chi vuol essere lieto sia, di doman non c’è certezza… declamava Lorenzo il Magnifico… il suo inno alla gioia di godere era un chiaro invito ad agire oggi e non a rimandare. Il bisogno d’amore e della felicità rimane un sentimento che appartiene alla vita e dunque non dovrebbe avere scadenza. E non mi riferisco solo a quello degli innamorati che colpisce inesorabile a qualsiasi età, piuttosto a quello verso tutto e tutti che rende meno arroganti e più generosi. Mi hanno sempre colpito le parole di Tolstoj in Anna Karenina: “V’è nel sentimento dell’amore qualcosa di singolare, capace di risolvere tutte le contraddizioni dell’esistenza e dare all’uomo quel bene completo, la cui ricerca costituisce la vita.” Oggi questo bisogno d’amore somiglia a qualcosa di perverso, egoistico, senza logica, un istinto dove il sentimento è messo fuori della porta per cedere il posto al disprezzo e alla violenza. Che dire poi del povero Don Chisciotte che insegue il suo sogno di bellezza della vita e di giustizia. Un sogno esaltato di gloria che lo manda in giro solitario e umiliato ma tenace nel perseguire il suo sogno di pace e di amore. Non alla ricerca della ricchezza materiale bensì della libertà dell’uomo. Nel suo peregrinare ha raccolto voci come quella del buonsenso che non è la saggezza, non è la ragione, non è la virtù… è l’occhio dell’interesse che grida al genere umano: salvati la pelle. Lui vuole combattere per un mondo di pace e se ne va in giro a raddrizzare i torti. Propone la vita come un teatro e la sua morale amara possiamo sintetizzarla così: Chi insegue l’ideale è considerato un sognatore anzi un pazzo ma l’ideale non può morire mai e la vita non consiste nel saper vivere ma nel dover vivere senza chiudere gli occhi di fronte alle ragioni degli altri.