Un po’ di storia economica: tra i fenomeni economici fondamentali

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Tre sono le realtà economiche che hanno contraddistinto la storia dell’umanità, dall’antichità ad oggi, ed esse sono in continuo movimento. Possiamo così suddividerle:
Economia in situazione di sviluppo;
Economia in situazione di inviluppo/regressione;
Economia stazionaria ma che in futuro ricadrà in una delle due situazioni precedentemente elencate.
Tale processo interessa ogni quantità economica, per la quale la realtà economica è sempre assolutamente differente da quanto prima accaduto non fosse per la risultante che può rappresentare un qualcosa in più o in meno. Questa continua e complessa instabilità è un segno distintivo del mondo che viviamo, a partire proprio dalla fisica degli elementi e le particelle più elementari. Possiamo dire che il mondo economico, proprio come quello terrestre non è mai uguale a sé stesso di un minuto prima e sempre aperto al nuovo. Per l’economia, dunque, possiamo parlare di pluriverso economico se questo è in relazione allo spazio e al tempo, elementi imprescindibili per rilevare le variazioni. Gli eventi e gli accadimenti non sono mai depurabili dalle loro qualità pluralistiche. Ciò non vuol dire che tali eventi non siano classificabili e che rispettino ferree regole. Va però detto che vi sono dei modi diversi di accadimento, il che significa la presenza di caratteri differenti, individuali e individualistici, i quali vanno a creare biografie differenti in base alle zone geografiche, Europa, Usa, Giappone, Cina. Ma anche i rapporti tra economie diverse cambiano nel corso degli anni per cui i fenomeni economici si distinguono anche per la diversa dimensione qualitativa e quantitativa delle loro interazioni. Le interrelazioni proprio come i fenomeni economici dai quali derivano sono fortemente instabili.
Per fare qualche esempio calzante di ciò che stiamo dicendo basti dire che nel corso del XIX secolo e sino alla “Grande Guerra”, il continente europeo conobbe un considerevole sviluppo economico sia in Europa che nelle sue colonie, dalle quali giungevano quasi tutte le materie prime. Tale rapporto Europa-colonie dal punto di vista economico può essere definito di sudditanza. Fu indubbiamente l’Europa nord-occidentale l’epicentro del progresso europeo. In America e in Asia, Usa e Giappone dimostravano sempre di più di rimanere un duro antagonista allo sviluppo economico europeo. Infatti, col giro di un cinquantennio circa, tale “sudditanza economica” si è rapidamente rovesciata a scapito del continente europeo. Usa, Giappone e Nord Europa all’epoca, monopolizzavano lo sviluppo moderno, difatti seppur detenendo solo il 18% della produzione esse coprivano il 62% dei redditi mondiali. Tuttavia, lo sviluppo prebellico dei primi anni del ‘900, faceva forza sulle teorie liberiste di libero scambio agevolato anche dalla possibilità di trasferire risorse da una nazione ad un’altra senza preoccuparsi di dover rispettare una complicata procedura ed inoltre, non dovendo pagare elevati dazi doganali. Tutto ciò sino allo scoppio della Grande Guerra che ribaltò le carte in tavola. La guerra mondiale, per dirla in breve, al suo termine non vedeva alcun vincitore con un numero sconfortante di perdite della popolazione, si parla di una cifra tra i 22 e i 24 milioni di morti, più del 7% dell’allora popolazione europea, ed un bollettino drammatico per l’economia che non vedeva vincitori o indenni. Dal punto di vista economico chi ne uscì peggio fu proprio l’Europa, non tanto per le spese belliche, quanto per le perdite umane, meno popolazione maschile = meno forza lavoro.
Chiusa questa breve digressione per dimostrare con un esempio calzante i continui mutamenti economici, possiamo affermare che l’economia proprio come la fisica ha un concetto di campo definibile come la probabilità di una certa particella come l’elettrone di trovarsi in un determinato momento e in un determinato punto in una situazione specifica. L’orientamento è sempre dato dal momento e dal punto. Quello che troviamo in economia lo possiamo definire campo dinamico orientato. Ciò vuol dire che in un dato momento si avrà una determinata situazione con una percentuale di probabilità di accadimento. Alcuni fenomeni economici si ripresentano con regolarità nel corso della storia, perciò analizzandoli è possibile ipotizzare potenziali accadimenti. Se il fenomeno si ripresenta con regolarità nel corso del tempo, esso può essere rappresentato mediante la serie di Fourier, ossia una sorta di curva periodica. Le quantità economiche si muovono a volte regolarmente, in altri casi in modo caotico. Però studiarne i fenomeni, le tracce lasciate nella storia, serve sempre a prevedere scenari futuri.