UE, Mazzetti (FI): “Dotare Unione di piano per energia e infrastrutture, ma attenzione a specificità italiana

di


“Battilocchio: “Italia è tornata presente in Europa”

Roma, 13 nov. – “Il ruolo del Parlamento italiano è centrale per adattare e rendere più efficaci, più conformi alla particolarità italiana le norme di derivazione europea, che sono sempre di più, almeno il 50% in alcuni settori come l’ambiente. Quando si va in Europa, sia i politici sia i nostri tecnici devono essere preparati per difendere gli interessi nazionali. Ci sono delle differenze di cui si deve tener conto, a partire dalla morfologia e l’ambiente italiano”: così l’On. Erica Mazzetti, Deputato di Forza Italia, membro della commissione ambiente e segretario della bicamerale per la Semplificazione, nel corso della presentazione de “Pronunce della corte di giustizia dell’Unione Europea che hanno cambiato la vita degli italiani. Recenti sentenze che hanno comportato un overruling nell’ordinamento italiano” alla Sala Stampa della Camera. Mazzetti ha ricordato che ci sono diversi provvedimenti decisivi in discussione come “Pniec, direttive sul clima, case green”, sulle quali “dobbiamo far valere la voce degli italiani, visto che siamo tra i paesi fondatori”. “Dovremmo avere, inoltre, un piano strategico europeo per l’energia e per le infrastrutture, due temi determinanti per il futuro dell’Unione e di tutti i cittadini”. “Solo adesso nel nostro Paese si sta facendo strada la convinzione che la normazione, gli accordi e le decisioni adottate dagli organi della Unione Europea, abbiano una diretta rilevanza nell’impianto giuridico interno e, quindi, nelle nostre vite. Per molto tempo abbiamo continuato a considerare l’Unione Europea come un soggetto abbastanza terzo e sostanzialmente irrilevante rispetto al nostro vivere. Il risveglio è stato abbastanza brusco”, ha aggiunto l’avvocato cassazionista Pier Paolo Poggioni, che ha contribuito alla pubblicazione con un contributo sullo stato di diritto e i fondi europei. “Le sentenze della Corte europea – ha rilevato il Prof. Enea Franza – hanno forza di “quasi” legge, alla quale gli stati dell’Unione Europea non possono che conformarsi. Questo è ancora più vero nel mondo della finanza dove la globalizzazione è già un fatto acquisito. Questo impone un maggior coordinamento delle politiche di vigilanza per garantire ina piena tutela del risparmio proprio in un Paese come il nostro che e tradizionalmente un detentore di ricchezza finanziaria”.”La gran parte delle leggi e degli atti normativi negli Stati membri – ha puntualizzato l’On. Alessandro Battilocchio, già europarlamentare e membro Commissione politiche UE – si inserisce in una cornice comunitaria: sono sempre di più le materie che vedono Bruxelles al centro delle dinamiche. Il principio del primato del diritto dell’Unione europea di basa sul concetto che in caso di conflitto tra diritto dell’Unione e diritto di uno Stato, prevale il diritto dell’Unione. Il principio del primato del diritto dell’Unione si è consolidato nel tempo mediante la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, anche se non è sancito dai trattati dell’Unione. Nella sentenza Van Gend en Loos contro Nederlandse Administratie der Belastingen (Causa 26/62), la Corte ha dichiarato che le leggi adottate dalle istituzioni dell’Unione sono in grado di creare diritti giuridici che possono essere rivendicati da persone fisiche e giuridiche dinanzi ai tribunali degli Stati membri. Pertanto, il diritto dell’Unione ha un’applicabilità diretta. Nella sentenza Costa contro ENEL (Causa 6/64), la Corte ha sviluppato ulteriormente il principio dell’applicabilità diretta e ha colto l’idea che gli obiettivi dei trattati sarebbero stati compromessi se il diritto dell’Unione fosse stato subordinato al diritto nazionale. Con il trasferimento di alcuni poteri all’Unione, gli Stati membri hanno limitato i loro diritti sovrani; pertanto, per essere efficaci, le norme dell’Unione devono prevalere su qualsiasi disposizione del diritto nazionale, comprese le costituzioni. Il principio del primato è volto quindi a garantire che i cittadini siano tutelati uniformemente dal diritto dell’Unione in tutti i territori dell’Unione stessa. Si noti che il primato del diritto dell’Unione si applica solo laddove gli Stati membri hanno ceduto la sovranità all’Unione, in settori quali il mercato unico, l’ambiente, i trasporti. Non si applica, invece, in settori quali l’istruzione, la cultura o il turismo. L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione: mai come ora la nostra voce è ascoltata a Bruxelles, grazie soprattutto ad un Governo autorevole, stabile e con le idee chiare. È basilare quindi per il nostro Paese proseguire un’azione proattiva in ambito europeo, avvicinando sempre di più istituzioni e cittadini a quel contesto contesto europeo che abbiamo contribuito a costruire”.