Trump, Terre Rare e Zelensky in Esilio: Nuove Dinamiche nei Negoziati per la Pace in Ucraina

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In un clima di crescente tensione e scontri verbali, la situazione nei negoziati per la pace in Ucraina continua a destare preoccupazione sia a livello internazionale sia tra gli alleati occidentali. Recentemente, il presidente Donald Trump ha riaffermato la sua posizione secondo cui il leader ucraino Volodymyr Zelensky non sarebbe necessario nei colloqui diretti con Vladimir Putin. Trump ha sostenuto che, per accelerare le trattative, è meglio che Zelensky resti fuori dal tavolo e che, a suo avviso, Kiev avrebbe – in qualche modo – contribuito ad allungare il conflitto.

Kiev ha prontamente reagito: fonti dell’intelligence ucraina segnalano che la Russia si appresta a dichiarare la “vittoria” il 24 febbraio, in coincidenza con il terzo anniversario dell’invasione. I leader europei hanno sottolineato come ogni accordo debba includere l’Ucraina per garantire la legittimità e la sostenibilità di un eventuale cessate il fuoco.

A complicare ulteriormente il quadro, la Casa Bianca ha dichiarato che “c’è l’accordo con Kiev sullo sfruttamento delle terre rare”, con un annuncio ufficiale atteso già per oggi . Questa mossa, finalizzata a garantire nuove risorse economiche in cambio del sostegno militare, ha acceso ulteriori polemiche e accuse di “blackmail” nei confronti di Kiev.

Inoltre, secondo una fonte trumpiana riportata dal New York Post, si vocifera che Zelensky potrebbe trovarsi in esilio in Francia . Tali affermazioni alimentano il clima di incertezza politica e sollevano interrogativi sul futuro assetto del potere a Kiev.

A rendere ancora più aspri i commenti, il noto imprenditore Elon Musk ha dichiarato che “Zelensky si nutre dei cadaveri dei suoi soldati” , una frase che, seppur estremamente controversa, evidenzia le divisioni e il clima di discredito nei confronti del presidente ucraino.

Questi sviluppi, unitamente alle dichiarazioni di Trump che invitano direttamente Putin a negoziare senza il coinvolgimento di Kiev, segnano una svolta radicale rispetto alla tradizionale solidarietà occidentale nei confronti dell’Ucraina. Mentre l’amministrazione statunitense punta a una “pace negoziata” che, secondo i critici, rischierebbe di compromettere la sovranità ucraina, i leader europei e il governo di Kiev ribadiscono l’indispensabile partecipazione di tutti gli attori interessati per evitare che l’accordo diventi uno strumento di pressione a favore di Mosca.