San Pietroburgo – Un incontro riservato, durato oltre quattro ore, ha visto protagonisti il presidente russo Vladimir Putin e l’inviato personale di Donald Trump, l’imprenditore Steve Witkoff. Il vertice, tenutosi a San Pietroburgo, rappresenta un passaggio cruciale nei tentativi diplomatici di porre fine al conflitto in Ucraina, ormai entrato nel terzo anno di ostilità.
Secondo quanto riferito da fonti vicine al Cremlino, il colloquio si è svolto in un clima definito “costruttivo”, con Putin intenzionato a trasmettere a Trump — candidato repubblicano alle presidenziali USA — le condizioni di Mosca per una possibile tregua. Tra le richieste della Russia: la rinuncia dell’Ucraina all’ingresso nella NATO, una riduzione significativa delle forze armate ucraine e il riconoscimento del controllo russo su quattro regioni contese.
Un pressing diplomatico
La Casa Bianca, per voce dello staff di Trump, ha inviato un messaggio chiaro: è tempo di agire concretamente per il cessate il fuoco. “Le perdite umane sono inaccettabili. Serve un cambio di passo”, avrebbe riferito Witkoff durante il colloquio. Al momento, da parte ucraina, le proposte russe vengono giudicate irricevibili, considerate più una resa che una base negoziale.
Segnali di apertura
Nonostante le distanze, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di “cauto ottimismo” e ha lasciato intendere che, una volta riferito il contenuto dell’incontro a Trump, non è escluso un contatto diretto tra i due leader. Il viaggio di Witkoff, il terzo in meno di due mesi, sottolinea il crescente interesse dell’ex presidente americano nel riattivare canali di dialogo diretti con Mosca.
La diplomazia, dunque, torna protagonista. Ma la strada verso la pace appare ancora lunga e disseminata di ostacoli.
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