I nuovi dati indicano che l’8% del cibo in più rispetto a un anno fa viene buttato via. Uno spreco che in Italia vale 13 miliardi di cui il 7,5 avviene nelle case.
Nel mondo, 783 milioni di persone sono senza cibo, sono persone vulnerabili che non possono permettersi un’alimentazione adeguata o addirittura stanno morendo di fame. In Italia secondo una stima di Coldiretti sarebbero oltre 3,1 milioni di persone che si rivolgono a mense dei poveri o richiedono pacchi alimentari per la sussistenza. In questo conteggio i bambini sotto i 15 anni risultano essere circa 630mila e gli anziani 356 mila.
La pandemia prima e le guerre dopo sono state solo le gocce che hanno fatto traboccare il vaso. In molti paesi cosiddetti “civili”, al momento si combatte quotidianamente la fame. L’Unione Europea già da tempo dice no allo spreco alimentare, aderendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU, che punta a dimezzare il quantitativo pro capite di beni alimentari commestibili che ogni anno, per ragioni di varia natura, finiscono nella pattumiera. Anche l’Italia con la Legge 166 o Gadda, già nel 2016, si è dotata di una norma che interviene in materia di contrasto allo spreco alimentare.
Il grosso di tale spreco avviene nelle nostre case e quello lungo la filiera non è da sottovalutare, fra perdite in campo e sperperi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo.
Problema di grande impatto ambientale e sociale è comprendere l’entità dello spreco alimentare a livello mondiale, che, secondo quanto riporta l’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, vede nel solo 2019 una produzione di 931 milioni di tonnellate di scarti alimentari, dei quali la grande maggioranza (61%) proviene da rifiuti domestici, il 26% dal mondo della ristorazione e il 13% dalla vendita al dettaglio.
Si tratta di numeri impressionanti, peraltro in parziale miglioramento almeno a quanto indica l’ultimo rapporto Waste Watcher International, che, nel 2023, evidenzia una decisa riduzione di rifiuti alimentari in diversi dei Paesi, tra cui Germania -43%, Spagna -40%, USA -35%. E in Italia? La riduzione c’è, anche se è meno evidente, 12 punti percentuali in meno. Ogni italiano spreca circa 595,3 grammi di cibo a settimana. A livello di categorie alimentari, la frutta è il cibo che è più soggetto a sprechi; in Italia ne gettiamo 30,3 grammi a persona a settimana, seguito dall’insalata (25,4 grammi) e poi dal pane fresco (22,8 grammi). Ma lo spreco da dove ha origine? Forse prende avvio proprio dal momento in cui si va a fare la spesa e una spesa sbagliata, capita un po’ a tutti.
A volte il cibo che sprechiamo è quello che gettiamo nella spazzatura ancora perfettamente commestibile, ancora utile da cucinare, ma che non utilizziamo per qualche piatto del nostro menù. Tanti i consigli contro lo spreco degli alimenti, come l’utilizzo strategico del frigorifero, l’attenzione alla scadenza dei cibi o ancora come sull’utilizzo degli avanzi in cucina, poiché
Lo spreco quotidiano del cibo, quello che più ci tocca da vicino, si annida proprio nelle nostre cucine.
SPRECO ALIMENTARE
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