SPETTATORI MODERNI

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I telespettatori utilizzano sempre più spesso dispositivi multimediali secondari come tablet e telefoni cellulari mentre guardano la televisione. Sebbene queste attività possano non essere correlate, anche tablet e telefoni cellulari vengono spesso utilizzati come “secondi schermi” per integrare l’esperienza di visione televisiva. Ad esempio, gli spettatori televisivi possono prendere parte a un’esperienza visiva condivisa seguendo e commentando un flusso di social media come Twitter mentre guardano la trasmissione.

Recenti modelli teorici hanno evidenziato il ruolo sia delle limitazioni della capacità cognitiva che del significato motivazionale sull’elaborazione dei messaggi mediati. Ciò dà motivo di credere che i flussi simultanei dei social media diminuirebbero l’assegnazione di risorse cognitive alle trasmissioni televisive e che, questi effetti dannosi, sarebbero amplificati quando le informazioni dei social media sono altamente salienti. In uno studio, è stato indagato se il tono affettivo dei messaggi Twitter influenzasse l’elaborazione cognitiva degli spettatori dei notiziari televisivi presentati simultaneamente.

La previsione principale era quella che i messaggi Twitter che esprimerebbero atteggiamenti negativi e attirerebbero più attenzione suscitando un’elaborazione cognitiva più elaborata rispetto a messaggi Twitter positivi simili. Una scoperta unitaria proveniente da un diversificato campo di ricerca che va dal processo decisionale finanziario alla percezione della persona è che gli stimoli negativi suscitano maggiori influenze affettive, cognitive e comportamentali rispetto a stimoli positivi altrettanto intensi.

Questo effetto può essere spiegato dalle diverse sensibilità (funzioni di attivazione) dei sistemi motivazionali appetitivo e avversivo rispettivamente agli stimoli positivi e negativi: sebbene l’attivazione appetitiva sia maggiore in un ambiente neutro (compensazione della positività), l’attivazione avversiva aumenta più rapidamente per gli stimoli negativi rispetto all’attivazione appetitiva per gli stimoli positivi (bias della negatività). Gli effetti di negatività informativa, che si riferiscono ad una maggiore attenzione e ad un’elaborazione cognitiva più dettagliata degli stimoli negativi rispetto a quelli positivi, sono stati distinti dagli effetti di negatività affettiva. Nel quadro del processo decisionale le perdite (eventi negativi) suscitano più attenzione sul compito rispetto ai guadagni equivalenti (eventi positivi) anche quando vittorie e perdite non portano ad asimmetrie nel valore soggettivo.

I mass media coltivano atteggiamenti e valori che sono già presenti in nuce in una cultura, dando loro così una spinta propulsiva. Perciò non tutti gli stimoli “devianti” e “anomali” sono adeguati ed efficienti, ma solo quelli che hanno caratteristiche aggiuntive quali l’attrattività immediata e il legame con preesistenti tendenze latenti nella società. Il risultato è che i contenuti dei media commerciali, in condizioni di assenza di specifiche limitazioni, tenderanno sistematicamente a sfruttare il più possibile questo tipo di contenuti.