«L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana…”
Zygmunt Bauman
L’incipit della citazione parziale sotto il titolo, si riferisce particolarmente a questa epoca moderna contraddistinta dalla persistente modificazione di quelle sicurezze passate basate su valori stabili, certezze sul futuro, relazioni e ruoli.
Sebbene quanto appena detto, sia una indiscussa discriminante dell’oggi, avrei da ridire a carattere assoluto relativamente al concetto storico d’incertezza esteso alle precedenti epoche, anch’esse non prive di grandi instabilità, conflitti, progressi, perdite e così via. Vero è pure, che in questa società, detta liquida, certe solidità del passato sono spesso sostituite da maggiore temporaneità.
Il perpetuo ma, soprattutto, molto più rapido adattamento richiesto dal moto veloce imposto dalle nuove tecnologie, economie e pressioni varie (tempo, performance, lavoro, studio ecc), spingono inesorabilmente a correre, e pure in fretta, verso: flessibilità, aggiornamento continuo, resilienza e altro. Il tutto, in conflitto con il passare inesorabile delle età, della propria formazione, dello stress provocato da stili di vita esigentissimi e ipercompetitivi, limiti personali, richiesta economica sociale, consumismo e mille altri problemi sfidanti.
Tutto congiura contro di te per darti una sensazione (che invece è una certezza) di precarietà, di nuova e interminabile ricerca di una identità personale a orologeria, di status più che mai determinante il tuo valore in società; il cui valore però oggi è spesso fondato su fittizi numeri di followers più che su solidità formativa, valoriale e culturale.
ANSIA, INDIVIDUALISMO, EGOCENTRISMO, NARCISISMO, SUPERFICIALITA’, CRISI DEI VALORI, INSICUREZZA ECONOMICA, PROGETTUALITA’ A BREVE TERMINE, INSTABILITA’ GENERALE, CONFUSIONE, DEPRESSIONE, LEGAMI INSTABILI, DISPARITA’ DI GENERE…
Insomma, diciamo che Il lavoro per i professionisti di questa branca specialistica della medicina e non solo, non manca.
Le citate, sono solo alcune delle conseguenze che possiamo toccare con mano propria o attraverso relazioni diffuse che si portano dietro tutte queste e altre tossicità gravanti poi, a cascata, su tutta la società. Quando diventano tante, troppe, ecco scattare la statistica generale a definizione di una società e di una epoca. In questo caso appunto Liquida, incerta, sfuggente.
Dopo ‘sta iniezione massiccia di sfiducia, bisogna dire che ogni periodo storico più o meno disgraziato porta con sé opportunità. Perfino il medioevo oscurantista ha dato il “LA” a progressi e innovazioni in campo agricolo, architettonico, ingegneristico, culturale, medico, artistico ecc.
Quindi, la società fluida moderna, può suggerire alle generazioni attuali di ricostruirsi, allargare orizzonti e conoscenza, innovare, creare, informarsi come non mai, misurarsi con le diversità culturali ora molto vicine grazie a media, tecnologie e scambi…a patto che ci si affidi alla fiducia e alla capacità di adattamento utile in ogni epoca e motivo universale di sopravvivenza.
La enorme possibilità odierna di creare più facilmente reti e interazioni è una forza tutta attuale da sfruttare. Non esiste più la costrizione agli isolamenti e alle ignoranze, come una volta almeno. La crescita personale oggi è molto più raggiungibile nelle realtà civili. E’ una scelta, non una imposizione (tolte quelle sparute realtà volutamente retrograde perché ancora ancorate a dogmi o fanatismi religiosi fatti di discriminazioni di ogni genere, controllo del potere, dominio sulle fasce sociali più reprimibili e oppio subculturale).
In finale, tutta la storia umana è composta da distruzioni e ricostruzioni, crisi e rinascite.
Ciò che ha fatto le differenze è stata la capacità umana di trasformare il problema in opportunità o soluzione o motivo di sviluppo. Attraverso intelligenza, forza, speranza, visione, fiducia.
E’ una gran fatica. Probabilmente, una certa società fluida e una certa genitorialità fluida hanno convinto, con pericolosa illusione, che a questa generazione fosse tutto dovuto. O peggio che “fosse facile”. Dando origine a quel fenomeno di generale instabilità e frustrazione portato dalla incapacità di sapere che tutto invece va conquistato, mantenuto, rispettato, condiviso e trasmesso con le ottiche giuste; ovvero le prospettive della gratitudine, dell’empatia, della crescita, della consapevolezza ecc.
Valori, attraverso i quali, molte strade si possono così cambiare se non stanno bene, facendole diventare da liquide a solide. Eh, vabbè che non si è quasi mai contenti…ma qualche sprazzo di NOI nelle cose, per modificarle, dobbiamo metterlo.