L’8 dicembre 2024 segna un momento cruciale nella guerra civile siriana con la caduta della capitale, Damasco, nelle mani di una coalizione ribelle guidata da Hay’at Tahrir al-Sham (HTS). Questa offensiva, iniziata a novembre, ha visto rapidi progressi dell’opposizione, supportata anche dal Fronte Meridionale e dal cosiddetto Esercito Siriano Libero (FSA). Le forze del governo di Bashar al-Assad sono crollate in diverse regioni, culminando nella fuga del presidente siriano verso località ignote.
L’avanzata ribelle
La campagna ribelle, denominata Deterrence of Aggression, è stata lanciata in risposta ai bombardamenti governativi sulle aree civili. La coalizione ha preso il controllo di Aleppo e Hama, raggiunto la regione di Deir ez-Zor e catturato Homs. Questo ha tagliato le comunicazioni tra il governo centrale e la costa, rendendo le difese di Assad insostenibili.
Implicazioni internazionali
La caduta di Damasco rappresenta una svolta non solo per la Siria ma per l’intero scenario geopolitico mediorientale. Paesi come Russia e Iran, storici alleati del regime di Assad, potrebbero intensificare gli interventi per proteggere i propri interessi strategici. Tuttavia, il successo ribelle è sostenuto anche da forze appoggiate dalla Turchia e, in misura minore, dagli Stati Uniti, in un contesto di crescente rivalità tra potenze regionali e internazionali.
La situazione sul campo
Nelle ultime ore, ci sono notizie di sacche di resistenza governativa in alcune aree periferiche, ma la perdita della capitale è simbolica e pratica. Le immagini diffuse mostrano colonne di ribelli entrare nella città mentre le bandiere del regime vengono rimosse. Secondo fonti locali, gli scontri hanno causato gravi perdite tra i civili, aumentando ulteriormente la già drammatica crisi umanitaria.
Prospettive future
Con Assad in fuga e il suo governo virtualmente collassato, la Siria potrebbe affrontare una frammentazione territoriale o l’instaurazione di un nuovo regime basato su una fragile coalizione. Intanto, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stato convocato d’urgenza per discutere la situazione e valutare le risposte umanitarie e diplomatiche necessarie. La caduta di Damasco potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase del conflitto, aprendo scenari inediti e potenzialmente destabilizzanti per tutta la regione.