L’aula del Parlamento Europeo a Strasburgo, solitamente teatro di dibattiti istituzionali, si è trasformata per un giorno in un’arena di scontro politico. Protagonisti del duello: il premier ungherese Viktor Orban e l’eurodeputata italiana Ilaria Salis, esponente della Sinistra Italiana. La seduta, incentrata sulla presentazione delle priorità della presidenza di turno, ha subito una svolta infuocata con l’arrivo di Orban, già al centro di critiche per le sue politiche controverse.
Salis, che in passato ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza della detenzione nelle carceri ungheresi, ha colto l’occasione per attaccare duramente Orban, accusandolo di aver trasformato l’Ungheria in un “regime illiberale e oligarchico”. Nel suo intervento, l’eurodeputata ha denunciato la deriva nazionalista del governo magiaro, opponendosi all’idea di un’Europa divisa e sottolineando il paradosso di avere una presidenza di turno guidata da chi mira a smantellare l’Unione Europea.
Immediata la risposta di Orban, che ha accusato Salis di violenze durante le manifestazioni a Budapest, scatenando un coro di reazioni in aula. “Orban si contraddice: parla di Stato di diritto mentre mi dichiara colpevole senza alcuna sentenza”, ha replicato Salis, ricordando al premier ungherese il principio della presunzione di innocenza, fondamentale in un sistema democratico.
A fianco della deputata italiana si è schierata anche Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea ha duramente criticato Orban per le sue politiche autoritarie e i legami con Paesi come Cina e Russia, denunciando il rischio per la sicurezza dell’area Schengen e l’allontanamento dell’Ungheria dai principi del Mercato unico.
Nonostante l’isolamento, Orban ha trovato sostegno tra i Patrioti e i conservatori di Ecr. Nicola Procaccini, co-presidente di Ecr, ha difeso alcune delle politiche del premier ungherese, come la difesa della famiglia e una revisione della transizione verde, pur prendendo le distanze dalla sua posizione geopolitica.
Il leader del Ppe, Manfred Weber, ha invece lanciato una frecciata al premier magiaro, esprimendo ottimismo per il futuro dell’Ungheria e puntando sul leader dell’opposizione Peter Magyar, che con il suo partito Tisza ha ottenuto un ottimo risultato alle recenti elezioni europee.
Lo scontro tra Orban e l’Eurocamera prosegue, in un contesto in cui le tensioni tra l’Ungheria e le istituzioni europee sembrano destinate a intensificarsi. La battaglia sullo Stato di diritto e i valori fondanti dell’UE non è ancora conclusa.