I cosiddetti “influencer” del “cosiddetto” mondo del dissenso sono parte del problema della crescita di un partito realmente rivoluzionario.Tutti i nostri iscritti, militanti e dirigenti devono evitare di promuovere e/o sponsorizzare eventi organizzati da personaggi che cavalcano criticità reali per finalità personali, alias sponsorizzazioni social, spettacoli e libretti, da cui ricavare misera pecunia per sé. Se queste persone avessero davvero a cuore gli interessi generali, lavorerebbero a viso aperto per la crescita del partito, unico strumento in grado di realizzare obiettivi che interessano non solo la nostra collettività, bensì la società intera.Questi furbacchioni preferiscono invece recitare la parte comoda degli “antipolitici” (salvo farsi mettere in lista se sentono odore di elezione, ma solo se altamente probabile), sapendo di intercettare in questo modo la parte più ingenua e raggirabile del mondo contestativo. Bisogna dire chiaramente che questi sedicenti intellettuali, non solo non servono per combattere il sistema, ma alla fine sono dannosi per la nostra causa. Certo, non sono tutti così. Ad esempio alcuni, davvero pochi, ma di grande qualità, si sono adoperati in prima linea nella raccolta delle firme per il referendum Ripudia la guerra, ma sono davvero un’eccezione. Vorremmo avere un corpo militante di questo problema e, se dubbioso, che non abbia timore di chiedere pareri a chi ha più esperienza politica. Marco Rizzo – Francesco Toscano
Rizzo e Toscano contro gli influencer del dissenso: dannosi per la crescita del partito
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