PARTIRE È UN PO’ MORIRE (MA RESTARE SI PUÒ)

di


Si parte come per gioco
prima del viaggio estremo
e in ogni addio seminiamo
un po’ della nostra anima.
Edmond Haracourt

Restanza. Un termine che compare per la prima volta in un saggio di Vito Teti, raffinato antropologo calabrese (Quodlibet 2011), che indica un sentimento di ancoraggio e di rigenerazione del luogo di origine, e che due anni fa Einaudi non poteva prevedere di mandare in tipografia per sei ristampe di successo inaspettato (La restanza, Einaudi, 2022). In un tempo segnato dalle migrazioni, anche dal nostro Mezzogiorno – ottocentomila giovani negli ultimi anni – l’atto di tornare o restare nei luoghi in cui si è nati non è la rassegnazione a un destino apatico, ma un diritto e un atto di insubordinazione, nelle stesse parole dello studioso, all’unica apparente prospettiva di salvezza, in cui la compassione cede il passo alla lotta: «Sono oggi molte le narrazioni, spesso retoriche e senza profondità, che idealizzano la vita nei piccoli paesi, rimuovendone, insieme alla durezza, le pratiche di memoria e di speranza di chi ha voluto o ha dovuto rimanere.

La restanza non riguarda soltanto i piccoli paesi, ma anche le città, le metropoli, le periferie».

Una lotta finalmente giusta, sostiene Antonello Caporale nel commento al saggio di Teti pubblicato sul Fatto Quotidiano (22/06/2024), che restituisca il senso di un radicamento sempre a rischio di brancolare in un piccolo mondo antico fatto di cortili sbrecciati e anziane signore curve sul tombolo; tuttavia, anche nel paese in cui la fuga, soprattutto dalle zone meno ricche e sviluppate, sembra l’unico antidoto a un destino fatto di incertezze economiche, personali e professionali, negli ultimi anni si può assistere ad alcune iniziative di controtendenza.

Hanno destato attenzione, anche per diretto coinvolgimento dell’autore di questo breve intervento, alcuni progetti nati per contrastare l’abbandono e lo spopolamento della dorsale appenninica abruzzese, una delle zone italiane con la più alta percentuale di unità abitative non occupate: in particolare, il progetto “Hub di Montagna”, sviluppa una partnership tra il Gran Sasso Science Institute e il Comune di Fontecchio, finalizzata a rivitalizzare i piccoli centri della Valle Subequana, in continuità con la Strategia Nazionale delle aree interne, «affinché diventi un luogo non solo di restanza, ma anche di ritorno e di neo popolamento» (Il Centro, 06/03/2023).

Il progetto segue a breve distanza quello, più specificamente di ricerca, denominato “Giovani Dentro”: «Tutto è nato da una ricerca svolta nel 2020 per la Fondazione Vismara […] Ci siamo accorti che qui già da qualche anno era iniziato spontaneamente un movimento di ritorno.

E che il nostro grande lavoro di ricerca doveva tradursi in pratica» (Giulia Urso – ricercatrice GSSI, il venerdì di Repubblica, 24/03/2023).

Nasce dunque un centro di aggregazione a cui rivolgersi per molte cose, dalle abitazioni al lavoro, per riabitare i borghi e sottrarli a una destinazione puramente turistica e amatoriale, esperienza ben documentata nel volume pubblicato da Donzelli nel 2022 dal titolo Contro i borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi.
Sempre in Abruzzo, stavolta a Campo di Giove, 1.064 metri nel cuore della Majella, hanno scoperto la soluzione contro lo spopolamento a favore di sviluppo locale e integrazione, accogliere chi fugge da guerra e povertà.

Mentre scriviamo, 862 abitanti di cui 28 stranieri, destinati a crescere, in un contesto demografico da primato (35 bambini tra 0 e 10 anni, solamente 97 over 80): «Grazie agli stranieri, ai loro figli e a quelli che arriveranno – dichiarano sindaco e vice – neutralizziamo il rischio spopolamento e guardiamo al futuro con serenità […] Raggiunti grazie ad un progetto del Viminale, coordinato qui dalla Cooperativa Horizon in ogni aspetto: alloggio, lavoro, corsi di lingua italiana, interazioni sociali» (il venerdì di Repubblica, 21/06/2024).

Progetti, anche se piccoli in termini di finanziamento e copertura territoriale, che suscitano interesse e possono indicare modelli virtuosi, oltre a riportare concretamente sul territorio enti di ricerca e di promozione sociale pubblici e privati.

Fontecchio, Campo di Giove, borghi a parte.

Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
Eugenio Montale