ORFANI DI FEMMINICIDI

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L’aumento del numero delle donne assassinate in ambito familiare e affettivo è l’ulteriore conferma dell’acutizzarsi della violenza di genere.

Nel 2023 sono state 118 le donne uccise, di cui 96 in ambito familiare o affettivo. Purtroppo anche nel 2024 la violenza nei confronti del genere femminile non si ferma: il numero delle vittime continua a salire, donne, mamme, uccise da compagni, mariti ed ex. Di questi giorni l’ennesimo omicidio nei confronti di una donna e mamma di un bambino di 9 anni, uccisa con un fucile dal suo ex.

Figli che si ritrovano orfani in seguito alla morte della madre per mano del padre, costretti a vivere una tragedia dai risvolti devastanti.
Quando una madre viene ammazzata da un padre, un figlio è orfano subito, dal giorno dopo.

Tutto cambia così drammaticamente. Spesso si cambia casa e il luogo del massacro, da casa che accoglieva, diventa la casa dei ricordi violenti e strazianti. La maggior parte delle volte i figli assistono agli omicidi.

Tutto cambia e ritrovarsi soli non è cosa semplice.

L’ orrore di quello che hanno subito accompagnerà le vittime per sempre e cambierà il corso di molte vite.
Gli orfani di femminicidio in Italia rappresentano una problematica sociale e psicologica molto complessa.

Le iniziative a supporto di questi orfani includono azioni di sostegno psicosociale, supporto materiale, educazione e percorsi lavorativi, nonché supporto psicologico e di psicoterapia per aiutare i bambini e le famiglie affidatarie a elaborare il trauma e integrarsi nuovamente nella società.

La legge italiana prevede misure di sostegno economico, borse di studio e agevolazioni per l’inserimento lavorativo, oltre alla possibilità di cambiare il cognome per i figli del femminicida e altre forme di assistenza legale.

Inoltre, è essenziale che i professionisti coinvolti nella presa in carico di questi minori siano adeguatamente formati per gestire il trauma e fornire un supporto continuo e competente.

La formazione è cruciale sia per la prevenzione che per la gestione dei casi, coinvolgendo vari attori come i servizi socio-sanitari, le forze dell’ordine, i tribunali, e le associazioni.