Il nuovo film di Edoardo Leo, “Non sono quello che sono”, è una rivisitazione moderna e
drammatica dell’Otello di Shakespeare, trasposta in romanesco e con un adattamento
stilistico che affronta temi attuali come il femminicidio e la violenza di genere. Ambientato sul litorale laziale e non più a Venezia, il film trasforma il classico shakespeariano in un noir in cula brutalità di certe dinamiche psicologiche, che portano all’omicidio, trova una cornice contemporanea. Leo ha voluto sradicare l’aura romantica intorno alla gelosia di Otello, ritraendolo come un assassino privo di pietà, un uomo violento la cui ossessione distruttiva è un richiamo a problematiche purtroppo ancora diffuse nella nostra epoca.
Leo ha dichiarato che il punto di partenza è stato un articolo di cronaca, dove si raccontava la tragica vicenda di un uomo che uccise la moglie prima di togliersi la vita, sottolineando quanto le dinamiche di gelosia e possesso rappresentate nel testo del 1604 siano ancora tristemente attuali. Ha scelto quindi di utilizzare i dialetti romanesco e napoletano per mantenere intatta la durezza poetica di Shakespeare, riuscendo a trasmettere la violenza del testo originale senza alterarlo.
Prima dell’uscita nelle sale, il film è stato proiettato in alcune università italiane per
coinvolgere i giovani in una riflessione profonda sulla violenza contro le donne. In questi
incontri, Leo ha condiviso l’intento educativo del film, spiegando che una delle sue missioni era quella di eliminare ogni traccia di empatia verso Otello, concentrandosi sulle conseguenze devastanti della sua gelosia patologica, in linea con una critica forte alla cultura del femminicidio .
Non Sono Quello Che Sono: L’Otello di Edoardo Leo in Romanesco contro il Femminicidio nelle Sale e Università
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