Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha recentemente acceso un acceso dibattito politico con una dichiarazione in cui ha definito una sentenza riguardante i migranti come “abnorme”. Questo giudizio ha scatenato una vera e propria bufera, con diverse forze politiche, in particolare il Partito Democratico (Pd), che ne hanno chiesto le dimissioni. L’accusa di Nordio fa riferimento a una decisione giudiziaria che avrebbe, a suo dire, oltrepassato i limiti della ragionevolezza.
Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha rincarato la dose in un’intervista al Tg1, affermando che, in caso di crimini gravi come uno stupro commesso da un migrante, dovrebbero essere i magistrati a risponderne in prima persona, con riferimento ai costi di eventuali errori giudiziari. Questa dichiarazione ha sollevato ulteriori polemiche, con Elly Schlein, leader del Pd, che ha descritto le parole di Salvini come un “comizio delirante”, criticando duramente la linea del governo sulla giustizia.
Nel frattempo, le forze politiche di Italia Viva (Iv) e il Movimento 5 Stelle (M5S) hanno annunciato la presentazione di esposti alla Corte dei conti, contestando i costi della gestione dei centri per migranti che il governo intende aprire in Albania, una misura fortemente criticata dall’opposizione.
La vicenda mette in evidenza non solo le frizioni sul tema della giustizia e del ruolo della magistratura in Italia, ma anche il difficile equilibrio tra gestione dei flussi migratori e sicurezza interna.