Liliana Segre: insulti e odio online, ma la senatrice a vita non si piega

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Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto e simbolo della lotta contro l’odio e l’intolleranza, continua a essere bersaglio di insulti e minacce sui social. La senatrice a vita ha scelto di ridurre i suoi impegni pubblici, ma non per paura: “È stanca, ma non si fa intimidire dagli insulti”, ha dichiarato il figlio Luciano Belli Paci.

Un clima di odio sempre più preoccupante

Gli attacchi più recenti si sono intensificati in occasione dell’uscita del film documentario a lei dedicato, La memoria rende liberi, che racconta la sua vita, il dramma della deportazione ad Auschwitz e il suo impegno per tenere vivo il ricordo della Shoah. Segre avrebbe dovuto partecipare a un evento al Memoriale della Shoah di Milano, ma ha annullato la sua presenza. Roberto Jarach, presidente del Memoriale, ha commentato: “C’è un brutto clima di odio che ci preoccupa profondamente. L’intolleranza si sta radicando in modo preoccupante.”

Dodici persone verso il processo per insulti e minacce

La chiusura delle indagini della Procura di Milano ha portato dodici persone a rischio processo per minacce e diffamazione aggravate dall’odio razziale. Gli episodi contestati includono insulti antisemiti e commenti offensivi che travalicano il diritto di critica, alimentando un clima di odio online sempre più tossico. Tuttavia, per altre diciassette persone, tra cui Gabriele Rubini, conosciuto come Chef Rubio, è stata richiesta l’archiviazione. Nonostante il linguaggio offensivo, i magistrati hanno ritenuto che in questi casi non fossero superati i confini della libertà di espressione.

Il sostegno delle istituzioni

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso una ferma condanna verso gli insulti ricevuti dalla senatrice, ribadendo l’importanza di difendere figure come Liliana Segre da attacchi che offendono non solo la persona, ma l’intera memoria collettiva. Anche altre personalità politiche e della società civile si sono schierate in difesa della senatrice, denunciando l’aumento dell’odio online e richiamando l’urgenza di interventi legislativi più incisivi per contrastare questo fenomeno.

Una lotta che non si ferma

Nonostante l’amarezza e la stanchezza, Liliana Segre rimane un simbolo di resilienza. “Non è mai stata una persona che si lascia intimidire”, ha ricordato il figlio, sottolineando come la madre abbia sempre trovato la forza di affrontare le sfide più difficili. La sua testimonianza, tanto nei dibattiti pubblici quanto nella sua attività politica, resta un faro per le nuove generazioni, un richiamo alla necessità di non dimenticare e di combattere contro ogni forma di discriminazione.

L’urgenza di agire

Questo episodio è solo l’ultimo esempio di un problema sempre più diffuso. L’odio online, amplificato dai social network, rappresenta una minaccia per il dibattito pubblico e per la libertà di espressione, trasformandosi in uno strumento di intimidazione e violenza. Serve un impegno collettivo per educare, sensibilizzare e soprattutto prevenire, garantendo che il sacrificio e il messaggio di figure come Liliana Segre non vengano offuscati da chi cerca di seminare odio.

Liliana Segre, con la sua presenza e le sue parole, continua a ricordarci l’importanza della memoria e il pericolo dell’indifferenza. Anche di fronte agli attacchi, non si arrende: un esempio di coraggio che non può e non deve essere ignorato.