Leonardo Sebastiani “Universi paralleli”

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Leonardo Sebastiani incarna tutti gli stadi che possiede la creatività, la sua arte è figlia di quella accurata metodica del concepire, realizzare e plasmare, perché possiede per l’appunto, quella scala di qualità e quella ricchezza del pensiero che Henri Poincaré matematico, fisico e astronomo francese, aveva codificato a fine milleottocento.

La sua inventiva ricalca completamente le quattro peculiarità fissate dal celebre matematico d’oltralpe; infatti, proprio nel voler sottolineare l’estro e la capacità artistica di Sebastiani, non possiamo non registrare la sua ottima capacità di osservazione e quella geniale competenza tecnica, nell’utilizzo e nel riciclo armonico di ogni materiale.

Nelle sue visioni composite: inezie, resti, rottami, s’affollano in superfice, pur nell’assenza di ogni traccia d’umano, si salvano; sono non solo più oggetti, fuori da ogni impiego, inservibili, senza alcun “valore”, come i transistor che l’artista trova speciali e, che incredibilmente riesce a rianimare e a rimontare, traendone moderni cammei d’ispirazione Vittoriana che hanno le peculiarità del vintage e l’aria della moda che appartenne al mondo retrò.

Sebastiani progetta e realizza accessori unici e affascinanti, ornamenti d’arte fatti artigianalmente, caratterizzati da curve, spirali e lucentezze elegantemente composite, alle quali l’artista sa aggiungere quel tocco di classe di esclusiva raffinatezza e grande cultura.

Riutilizza diodi, condensatori, transistor, tubi e tubicini, strappandoli a montagne di detriti industriali e mucchi di scarti elettronici.

Occhio esperto è il suo, sia per l’individuazione di ogni elemento che, poi con le sue mani, protesi delle idee – riesce magistralmente a combinare, a integrare e a far risplendere a nuova luce.

In questo modo, egli ricorre al linguaggio dell’Arte, per segnare non solo nuove idee, ma anche, per proporre nuove chiavi di lettura, per la decifrazione dell’uomo e del mondo.

Conoscenza delle “cose”, dicevamo, innanzitutto profonda e appassionata, che non può prescindere né dalla comprensione né da una rapida e immediata valutazione, che filtra al vaglio della straordinaria “visionarietà” che abbonda nell’anima dell’artista.

Questo gli consente e fa sì che ogni elemento, ogni scarto eliminato, ogni più piccolo dettaglio, possa tornare nuovamente, non solo ri-esistere alla “vita”, ma anche a continuare a sprigionare energia “pulita”, infondere speranza, segnare un altro ritmo per questo mondo disattento e malato.

Sebastiani gode di quella dote umana spiccata che ne fa artista sensibile e gentile; un creativo che ben riesce a vedere e a sentire armonie e vibrazioni di ogni singola cosa che ha intorno. Possiede un intuito geniale, dote che gli permette di fare – quasi sempre – buone scelte, per rendere ogni oggetto scartato e decadente, nuovamente bello e funzionale.

Ancora giovine è “il maestro d’arte”, ma già ricco di buona  esperienza fatta tutta sul campo, quasi sempre a sprezzo di ogni avversità, di ogni critica e di ogni titubanza; volitivamente, continuando sempre e comunque a perseguire e a sviluppare quell’intuizione del saper cogliere, il buono e il meglio, in ogni cosa e in ogni situazione.

Guida è il suo pensiero e, non solamente per l’individuazione degli aspetti più giusti, ma per la concretizzazione di idee nuove e la realizzazione di altre forme atte a delineare nuova “vita” e, tentare di proiettarne il tutto verso il tempo e lo spazio del futuro.

Avrà avuto una considerazione speciale per Fernand Leger prima, e poi per Marcel Duchamp, Alberto Burri e Piero Manzoni gli artisti che, forse per primi, in aggiunta alla pittura della tradizione, iniziarono ad utilizzare materiali di ogni genere, conferendo loro una nuova funzione, un’altra vita.

Sebastiani è un artista di grande tenacia, che ha provato e continua a sperimentare ogni giorno oltrepassando e valicando ogni negatività e, ogni accidentale errore. E questo, che è il suo percorso, è proprio quello che né ha irrobustito la tempra, ne ha determinato il carattere, permettendogli di addentrarsi sempre più, in quell’universo della creatività, che adesso, abita con costanza, assiduamente ora per ora, minuto per minuto, dopo viaggi e peregrinazioni e infinite migrazioni.

Adesso vive nell’arte, dopo un lungo processo di scoperta e di adattamento, che è oramai la sua storia d’artista, sedimento e orgoglio del suo lavoro, Dna della sua vita. Tematiche e creazioni e tutto ciò che popola l’universo della sua Arte possiedono un riverbero di luci, di incandescenze, di calotte glaciali, di suoni infiniti e continui.

Tutte le sue realizzazioni scultoree, si articolano in maniera complessa come le forme inesplicabili di un originale apparato nervoso; compaiono fibre sin dal cervello, fuori dal midollo spinale, negli organi sensoriali e in quell’insieme di nervi che mettono in relazione fasci e fascetti di assoni con l’intero organismo.

A volte – se proprio vogliamo riscontrare una traccia che riconduca all’umano – se ci accostiamo a quelle sue “creature – bizzare” con l’idea di annotare tracce antropomorfe, potremo anche rinvenire o associare le opere ad abbozzi di teste, di occhi, alle orme di nasi di denti alle curve sinuose di ogni bocca.

Pregiata duttilità di reperti, rivenuti nel disordine di quella debordante archeologia industriale della nostra modernità, detriti che appartengono ai territori del mondo.

I rimasugli sono la sua scelta, resti sui quali l’artista scommette caparbiamente ogni santo giorno, per continuare ad esplorare e a conoscere meglio tutto e tutti in questo tempo immediato.

Ricorda, questo suo agire, il gentiluomo Phileas Fogg, la sua foga e il viaggio che compie l’artista, ora appartengono al suo tragitto nella modernità con a fianco il corredo della sua proposta creativa.

Un viaggio “avventuroso” che compie insieme al suo “Passepartout”, (che è mamma Mariella) sempre in compagnia di quella piccola borsa, scrigno di tesori e riserva di sostanza per ogni insorgente necessità durante suo lungo, lunghissimo cammino.

Il “creativo” Sebastiani procede come Verne, incontro a mondi e universi sconosciuti, allargando orizzonti, spingendosi oltre i paesaggi lunari, dalla terra alla luna, dagli abissi al ghiaccio polare, dalle acque del Danubio fino all’inseguimento della Meteora.

L’artista disvela Universi e ne fissa l’incontro, l’intreccio. La sua proposta artistica è un’allegorica cosmografia, l’artista vuole mostrarci tempo, spazio e aria e lo fa, nella sua narrazione poetica, regalandoci un incantevole racconto fantastico. 

Leonardo sa bene che “La scienza è fatta di errori, ma di errori che è bene commettere, perché lentamente conducono alla verità”.(1) Altrimenti “A dar seguito a certe menti limitate, l’uomo sarebbe condannato a languire su questo mondo senza alcuna possibilità di lanciarsi un domani nello spazio. Sciocchezze! Andremo prima sulla Luna, poi su pianeti e stelle, con la stessa semplicità con cui attualmente viaggiamo da New York a Liverpool. L’oceano dello spazio verrà presto solcato come gli oceani terrestri”