Le amministrazioni pubbliche, nell’ambito della loro azione, non agiscono come entità isolate ma operano frequentemente in un contesto di interazione e coordinamento con altre amministrazioni, così come con enti privati. Questo coordinamento è spesso realizzato tramite l’utilizzo di strumenti giuridici come le convenzioni, le quali permettono di regolare il rapporto tra i vari attori pubblici e privati nella gestione di servizi e interventi pubblici. L’attività convenzionale rappresenta un aspetto centrale del diritto amministrativo, in quanto consente una gestione più efficiente e razionale delle risorse, mirando a soddisfare l’interesse pubblico in modo integrato e collaborativo.
Le convenzioni, in linea generale, sono strumenti che favoriscono la cooperazione tra amministrazioni pubbliche e tra queste e i privati, con l’obiettivo di organizzare in maniera coordinata e integrata la gestione di determinati servizi o attività di interesse pubblico. Questi accordi pattizi sono utilizzati per disciplinare in modo dettagliato le modalità di esecuzione di attività che coinvolgono più enti pubblici, allo scopo di evitare sovrapposizioni e conflitti di competenze, migliorando così l’efficacia delle azioni amministrative.
Un’area in cui le convenzioni si rivelano particolarmente utili è quella degli enti locali. In virtù del principio di sussidiarietà, infatti, le convenzioni sono frequentemente utilizzate per trasferire funzioni a soggetti diversi da quelli originariamente titolari, creando una rete di cooperazione tra comuni, province, regioni e altri enti locali. A tal proposito, l’articolo 30 del Decreto Legislativo 267/2000 (TUEL) prevede che gli enti locali possano stipulare convenzioni per lo svolgimento coordinato di funzioni e servizi, stabilendo tra le parti fini, durata, modalità di consultazione, rapporti finanziari e obblighi reciproci.
Particolare importanza rivestono le convenzioni nel contesto della sussidiarietà orizzontale, che si manifesta quando un ente pubblico delega a un altro ente o a un soggetto privato la gestione di una funzione pubblica. Questo principio, che sottolinea la necessità di un coinvolgimento diretto e collaborativo dei soggetti competenti, si esprime nell’utilizzo di convenzioni che bilanciano l’autonomia degli enti con la necessità di una gestione condivisa e più efficiente dei servizi.
L’articolo 30 del TUEL è chiaro in merito alla possibilità per gli enti locali di stipulare convenzioni, indicando la necessità di specificare gli aspetti organizzativi e finanziari, nonché le modalità di attuazione delle funzioni delegate. Questo strumento ha trovato un ampio utilizzo nelle amministrazioni locali, che spesso devono far fronte a esigenze comuni, come la gestione di infrastrutture e servizi pubblici, richiedendo una cooperazione tra enti di pari grado.
Un altro ambito in cui le convenzioni rivestono una rilevanza particolare è quello urbanistico. Le convenzioni urbanistiche, ad esempio, disciplinano gli interventi di trasformazione del territorio, come le lottizzazioni e la costruzione di abitazioni popolari. In questo caso, la convenzione rappresenta uno strumento negoziale fondamentale per regolamentare le modalità di intervento sul territorio, stabilendo le condizioni per la cessione di aree, le opere di urbanizzazione, i canoni di locazione o i prezzi di vendita.
Le convenzioni urbanistiche sono utilizzate per promuovere la cooperazione tra pubblico e privato nella gestione dei piani di sviluppo urbano, con l’obiettivo di garantire un utilizzo equilibrato delle risorse e una crescita sostenibile delle aree interessate. Questo tipo di convenzione, pur mantenendo una funzione di pianificazione pubblica, si caratterizza per una forte componente negoziale che consente alle parti di raggiungere un accordo sulle modalità di attuazione degli interventi, senza necessità di ricorrere a procedure burocratiche particolarmente complesse.
L’evoluzione della cooperazione tra amministrazioni pubbliche ha portato alla diffusione degli accordi di programma. Tali accordi sono previsti dall’articolo 15 della legge 241/1990 e si configurano come strumenti di collaborazione tra pubbliche amministrazioni per la realizzazione di attività di interesse comune. Questi accordi sono particolarmente utili quando un progetto richiede l’azione integrata e coordinata di più enti pubblici, come nel caso di grandi opere infrastrutturali o programmi di intervento sul territorio.
In particolare, l’articolo 34 del TUEL stabilisce che il presidente della regione, della provincia o il sindaco possono promuovere l’adozione di accordi di programma per la definizione e l’attuazione di interventi che coinvolgono più soggetti pubblici. L’accordo di programma non ha contenuti provvedimentali, ma si limita a disciplinare l’organizzazione delle attività tra gli enti coinvolti, determinando le modalità operative e i tempi di attuazione.
Nell’ambito della programmazione negoziata, invece, si sviluppano strumenti come i patti territoriali e gli accordi di programma quadro, finalizzati alla pianificazione dello sviluppo economico e territoriale. Questi strumenti mirano a creare una regolamentazione condivisa tra gli enti pubblici e i soggetti privati, per orientare gli interventi di sviluppo verso obiettivi comuni, garantendo al contempo l’efficacia delle politiche pubbliche.
Le convenzioni e gli accordi di programma rappresentano una componente fondamentale dell’organizzazione delle attività amministrative, permettendo alle amministrazioni pubbliche di collaborare in maniera coordinata per perseguire obiettivi comuni. L’utilizzo di strumenti pattizi consente di superare la rigidità degli atti amministrativi unilaterali, favorendo una gestione più flessibile ed efficiente dei servizi pubblici e degli interventi sul territorio.
In sintesi, l’attività convenzionale si configura come uno strumento essenziale per l’attuazione della cooperazione tra le amministrazioni pubbliche, in particolare a livello locale, e per l’efficace gestione delle risorse. Il quadro normativo che regola queste attività, attraverso leggi e regolamenti specifici, ha dato luogo a una serie di pratiche amministrative che si caratterizzano per la loro capacità di adattarsi alle necessità dei territori e di rispondere in modo flessibile e collaborativo alle esigenze della comunità.
Bibliografia
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G. Ruscitti, Diritto amministrativo, Zanichelli, 2014.
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M. T. Rusciano, La programmazione negoziata tra pubblico e privato, Laterza, 2018.