LA VECCHIAIA: TERZA, QUARTA E QUINTA ETA’

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Tra i 60 e i 75 anni si appartiene alla terza età, tra i 75 e i 90 anni alla quarta età, oltre i 90 anni alla quinta età.
La eco generale di un invecchiamento di successo può minare lo sviluppo della ricchezza culturale dell’invecchiamento in futuro?.

La maggior parte degli scienziati che studiano l’invecchiamento evidenziano la pronunciata eterogeneità dell’invecchiamento come una sorta di “virtù” dell’ultima fase della vita. Gli stessi non si stancano di affermare che non esiste qualcosa come “vecchiaia” o “invecchiamento” e che il riconoscimento della diversità è forse una delle prove più cruciali generate finora dalla ricerca gerontologica.

Data la diversità degli stili di vita, delle preferenze e della creazione di significato degli ultimi tempi umani, potrebbe essere più “limitante” che “arricchente”, se la “conformità” nel raggiungimento e nel mantenimento di livelli più elevati della funzione, del benessere e dell’autonomia divenisse un obiettivo culturalmente ancorato per tutte le popolazioni anziane.

In effetti, una norma sociale sull’invecchiamento efficace potrebbe minare la ricchezza culturale e la vivacità dell’invecchiamento così come si svilupperà in futuro.
Contemporaneamente, l’attenzione e la tensione rimangono alti – come non mai – sui temi della fragilità e dell’assistenza agli anziani, la sostenibilità delle cure a lungo termine, la continuità assistenziale, la medicina di iniziativa, l’utilizzo dei big data e la stratificazione del rischio per la pianificazione di percorsi socioassistenziali personalizzati. Il Dm 77/2022 a firma del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sancisce il nuovo regolamento sugli standard dell’assistenza territoriale mentre la parola d’ordine in questi anni di pandemia è stata e continua ad essere fragilità.

La fragilità è il principale ostacolo ad un invecchiamento di successo – riduce la qualità della vita, predispone allo sviluppo di disabilità severe e genera un elevato consumo di risorse socio-sanitarie. La prevenzione delle patologie e la lotta alla fragilità, perseguita attraverso l’approfondimento scientifico e la comunicazione dei vantaggi legati all’immunizzazione, a una corretta alimentazione, all’esercizio fisico e più in generale agli stili di vita associano l’assistenza domiciliare, la tecno-assistenza e la telemedicina con l’obiettivo di assistere e curare l’anziano a casa propria, il più vicino possibile ai suoi affetti e in continuità con le sue abitudini di vita.

L’obiettivo è progredire nella conoscenza dell’impatto che sulla salute hanno l’impiego di tecnologie della vita assistita a solo patto del coinvolgimento dell’utente e di sostenibilità per ottenere avanzamenti significativi nella prevenzione, predizione e medicina di precisione.

Di conseguenza, l’interdipendenza tra salute, equità delle cure (diritto umano) ed etica diviene efficace e produttiva: valori legati agli esiti in salute e non.
Sebbene i risultati sulla salute siano migliorati nelle persone a basso reddito e paesi a reddito medio nei diversi decenni passati, una nuova realtà è a portata di mano.

Cambiare le esigenze di salute, crescenti aspettative del pubblico e nuovi obiettivi di una salute ambiziosa stanno alzando il livello di produzione dei sistemi sanitari per ottenere sia migliori risultati sulla salute che maggiore valore sociale. Ma rimanere sulla traiettoria attuale non sarà sufficiente per soddisfare le nuove richieste.

Ciò che serve sono sistemi sanitari di alta qualità che ottimizzino l’assistenza socio-sanitaria e sanitaria in ogni dato contesto: – fornendo cure idonee a migliorare o mantenere lo stato di salute; – essendo apprezzati e di fiducia per tutti; – rispondendo alle mutevoli esigenze della popolazione.
La qualità non è di sola competenza di una élite o l’aspirazione per alcuni: ciò allontana il futuro in tutti i sistemi sanitari mentre si perdono diritti alle cure per la perdita sia di cure competenti che di utenti coinvolti (definiti nel corso degli anni proattivi, potenziati, potenziati dalla tecnologia).
Pertanto, oltre a solide basi, i sistemi sanitari devono sviluppare la capacità di misurare e usare i dati per imparare. Sistemi sanitari di alta qualità devono ispirarsi a quattro valori: essere a favore delle persone ed essere equi, resilienti ed efficienti; altrimenti, per gli operatori sanitari si creano rallentamenti culturali e una vita professionale non correlabile alle nuove esigenze di salute.