Una donna di fronte alla scelta di portare a termine o meno la gravidanza vive un momento di crisi e, quando si vive un momento di crisi, ci si trova in uno stato di grande turbamento e dissonanza cognitiva, rispetto al quale si risulta essere maggiormente vulnerabili a qualunque influenza, sia interna che esterna, che possa aiutare a stare meglio. Le persone che vivono un momento di crisi hanno meno fiducia in quello che pensano e nella capacità di riuscire a prendere la decisione giusta.
Una donna di fronte alla scelta di portare o meno a termine la gravidanza vive sentimenti ambivalenti ed estremamente dolorosi che la rendono vulnerabile a qualsiasi influenza, sia interna che esterna. La fragilità psicologica in cui si trova la porta ad avere meno fiducia in ciò che pensa e anche nella capacità di poter prendere la decisione giusta. In queste condizioni si verificano spesso situazioni in cui genitori, partner, amici o altre figure significative possono avere una grande influenza sulla decisione finale. In generale, infatti, una persona in crisi si sente stanca, prova sentimenti di sconforto, inadeguatezza, confusione, ansia e, il più delle volte, è probabile che lasci che siano gli altri a prendere una decisione al proprio posto. Quando in uno stato di fragilità, e quindi di vulnerabilità, la donna in gravidanza pensa che abortire o non farlo sia la soluzione migliore, che ciò possa aiutarla a stare meglio, si può trovare a prendere una decisione che non corrisponde ad una scelta consapevole e che, successivamente, può provocare gravi sentimenti di rimpianto.
Beneficiare di una consulenza prima e dopo l’aborto, al fine di ottenere informazioni complete e affidabili, necessarie per valutare le diverse opportunità e confrontarsi con le conseguenze che deriverebbero dalle varie scelte sono, senza dubbio, requisiti indispensabili per ottenere un migliore esito psicologico. Quando una donna si rivolge ad uno psicologo per la prima volta nel momento in cui deve decidere se abortire o meno, questi deve offrire ascolto alle sue incertezze, perplessità, dubbi e sostegno in ognuna delle sue scelte. L’intervento deve essere limitato a rassicurare la donna sulla sua capacità di decidere e sulle sue consapevolezze, facendole concretamente vedere come tutte le incertezze non siano imputabili a lei come persona immatura, indecisa o altro, ma come siano attribuibili all’intrinseca difficoltà presente in ambedue gli oggetti della scelta. Infine, bisogna mettere in evidenza come una qualsiasi scelta non sia mai perfetta, pur costituendo sempre la migliore possibile, in quelle particolari circostanze.