Pensa di trovare il successo scrivendo una biografia di Foscolo e una critica sul Giusti…non ha gli effetti sperati e allora esordisce parlando di arte culinaria, altra sua passione. “La scienza in cucina o l’arte di mangiar bene” lo consacra padre della cucina italiana. Le vittorie inaspettate sono le più gustose. Stiamo parlando di Pellegrino Artusi considerato ambasciatore del made in Italy. Il suo ricettario ebbe una tiratura superiore a Pinocchio e I Promessi Sposi. In realtà questo best seller non era un mero elenco di ricette bensì un manuale socio educativo accompagnando le deliziose ricette con spiegazioni sul valore nutritivo e con riflessioni culturali e sociali sulla buona tavola. Gli inizi degli scrittori sono duri, anche per Pellegrino Artusi che stampa il libro a sue spese. La sua vicenda personale è amara e dolce insieme, si svolge dai primi dell’Ottocento ai primi del Novecento, periodo in cui si vive lo scenario del Risorgimento fino al compimento dell’Unità d’Italia e lui diventa l’autore del Risorgimento gastronomico italiano: la gastronomia italiana nasce proprio con Artusi. Il grande chef Aimo Moroni lo definisce “Il Garibaldi della nostra cucina” per aver contribuito a conquistare il nostro Paese a suon di ricette. Ma come succede a tutti gli scrittori esordienti ai tardivi riconoscimenti fanno da cassa di risonanza i primi insuccessi: ben due editori si rifiutarono di stampargli il libro. L’illustre antropologo Paolo Mantegazza ne auspicava invece il successo e questo suo augurio si concretizzò nella stampa del suo libro da parte della tipografia
L’Arte della Stampa
seppure senza distribuzione nelle librerie. È il pubblico a farlo diventare un best seller. Ancora oggi è in ristampa, si contano oltre 111 edizioni con oltre un milione di copie vendute: Einaudi, Capitol, Garzanti, Malipiero, Marzocco, Mursia, Newton Compton, Salani…esistono traduzioni in inglese, spagnolo, tedesco, olandese, portoghese, russo. Nel 2009 Intermundia mette a disposizione le 790 ricette a portata di telefono…E così questa opera può ritenersi a pieno titolo un’opera letteraria in quanto il testo ha contribuito a cementare l’Unità d’Italia non solo a tavola anche linguisticamente, il libro riuscì a creare un codice di identificazione nazionale. I geni sono sempre copiati e sono l’ispirazione anche per gli scrittori tanto che il giallista Marco Malvaldi si appropria di Pellegrino Artusi per farne una specie di Maigret amante della buona tavola. Oggi la nostra cucina è diventata internazionale, ha appreso sapori odori e caratteristiche mutuate da tutti i paesi del mondo ma la nostra tecnica, il nostro gusto e la nostra inventiva sono sicuramente le più apprezzate e la gastronomia è il business più vincente. A tavola non si muore mai recita un proverbio ma attenzione all’eccesso…Shakespeare scrisse in Romeo e Giulietta che “il cattivo cuoco è colui che non sa leccarsi le dita”. Ma si sa che il buon gusto respinge la delicatezza eccessiva…
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La gastronomia vince sulla letteratura
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