Una sfida contemporanea e una priorità sociale.
In un mondo in continua evoluzione, dove le opportunità professionali sembrano moltiplicarsi sempre di più, la disoccupazione femminile rimane una delle sfide del nostro paese più urgenti da affrontare.
Nonostante il fenomeno stia diminuendo, nel 2022 in Italia, il divario di tasso di occupazione tra uomini e donne è stato pari al 19,7%. Nel sud Italia, la situazione è ancora più grave: il tasso di occupazione femminile è stato solo pari al 34% circa, evidenziando quindi un divario pari a 25 punti percentuali dal tasso maschile del 59%.
Le donne spesso subiscono disparità salariali, mancanza di opportunità di carriera e stereotipi di genere, cui si aggiungono le responsabilità familiari, dovendo conciliare lavoro e famiglia senza il supporto di politiche adeguate.
Per affrontare queste problematiche, sono necessarie soluzioni mirate. A tal proposito, nella mia tesi di laurea in Amministrazione Aziendale presso il campus di Città Studi di Biella dell’Università di Torino, dal titolo “Analisi della disoccupazione femminile e giovanile in Italia dagli anni 2000 fino ad oggi” ho esaminato le varie iniziative di mitigazione che sono state adottate.
Tra queste ho citato l’istituzione dell’Area GePop che mira a introdurre schemi orari flessibili per favorire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e quanto previsto nel PNRR, per ridurre le asimmetrie che ostacolano la parità di genere nel mondo del lavoro. Tra queste misure, si segnalano gli investimenti destinati al sostegno della nascita di imprese gestite da donne ed il potenziamento dei servizi di asili nido e per l’infanzia.
La strada è lunga, ma con determinazione e impegno possiamo sperare in un mondo in cui il lavoro non sia una questione di genere, ma di talento e passione.