La Crisi del Cinema e il Ruolo del Governo: Una Riflessione sulla Cultura e lo Spettacolo

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“Domani è un altro giorno”, la celebre frase pronunciata da Vivien Leigh nel classico del cinema “Via col Vento”, continua a risuonare nella memoria collettiva, proprio come “C’è ancora domani” il film di Paola Cortellesi. Questi film, insieme a innumerevoli altri, hanno incantato e fatto riflettere il pubblico, grazie a interpretazioni magistrali che rimangono impresse nella mente degli spettatori. Attori come Gigi Proietti, che con la sua formazione teatrale ha reso unici i personaggi da lui interpretati, e Vittorio Gassman, che descriveva l’attore come “un bugiardo al quale si chiede la massima sincerità”, sono esempi di artisti che hanno saputo creare un legame profondo con il pubblico, trasmettendo emozioni e messaggi attraverso la loro arte. Il rapporto tra attore e pubblico è fondato su una profonda finzione: tutto ciò che si vede in scena non è reale, ma entrambi, attori e spettatori, accettano questa illusione e la celebrano. Gli attori, con la loro capacità di adattarsi ai ruoli, agli orari irregolari, alle trasferte e alla precarietà economica, rendono questo mestiere unico e affascinante. Tuttavia, nonostante il successo registrato nei mesi estivi del 2023, con un boom di biglietti venduti a giugno, luglio e agosto, l’industria cinematografica in Italia continua a soffrire per le conseguenze della pandemia e la crisi delle sale cinematografiche. Le sale cinematografiche, infatti, vedono un continuo calo degli incassi e sono sempre più destinate a ridursi di numero, anche a causa di una tecnologia considerata ormai obsoleta. Questa situazione rappresenta una minaccia non solo economica, ma anche per il patrimonio storico, culturale e identitario che il cinema rappresenta. Anche il teatro sta attraversando un periodo di crisi profonda. Negli ultimi anni, ben 428 edifici teatrali sono stati chiusi o hanno cambiato destinazione d’uso. I tagli ai fondi destinati alla cultura e alle piccole compagnie teatrali, uniti alla difficoltà di portare il pubblico a teatro, hanno contribuito a questa situazione critica. Inoltre, l’aumento delle piattaforme di streaming e delle offerte di video on demand ha cambiato le abitudini del pubblico, che ora preferisce spesso godersi film e spettacoli dal comfort di casa propria. Cosa Sta Facendo il Governo? In risposta a questa crisi, il governo italiano ha avviato una serie di investimenti mirati a sostenere l’industria cinematografica e teatrale. Questi investimenti, pur essendo utili, non sembrano ancora sufficienti a risolvere i problemi strutturali che affliggono il settore. È necessario un approccio più ampio e integrato, che non si limiti a supporti economici ma che includa anche innovazioni tecnologiche, promozione culturale e incentivi per il ritorno del pubblico nelle sale. Rilanciare il cinema e il teatro significa investire non solo nei luoghi fisici, ma anche nelle persone che rendono vivi questi spazi: gli attori, i registi, i tecnici e tutto il personale che contribuisce alla realizzazione di uno spettacolo. Il governo, quindi, dovrebbe considerare l’arte non solo come un settore economico, ma come un elemento fondamentale della nostra identità culturale e sociale. Solo così si potrà sperare di superare questa crisi e continuare a far sognare e riflettere il pubblico attraverso la magia del grande schermo e del palcoscenico.