Le strade di Nairobi si sono riempite di manifestanti determinati a combattere una realtà devastante: il crescente numero di femminicidi nel paese. Nonostante la natura pacifica della manifestazione, le autorità kenyane hanno risposto con lacrimogeni, ferimenti e arresti.
Tra le persone trattenute figura anche Houghton Irungu, direttore di Amnesty International Kenya, ripreso in video mentre veniva trascinato via da agenti in borghese. Le organizzazioni per i diritti umani chiedono il rilascio immediato dei detenuti e un impegno concreto per combattere il femminicidio e la violenza delle forze dell’ordine.
Dati allarmanti rivelano che solo negli ultimi tre mesi, ben 97 donne sono state uccise, spesso dai loro partner. Nonostante le promesse del presidente William Ruto, che ha stanziato 700.000 dollari per affrontare il problema, la situazione rimane critica.
La Relatrice speciale delle Nazioni Unite, Reem Alsalem, ha evidenziato che la violenza contro le donne è in aumento a livello globale, definendola una vera e propria pandemia. L’Africa detiene purtroppo il triste primato di femminicidi legati ai partner.
Questo scenario drammatico si somma alla gestione inadeguata di molti casi da parte della polizia, come dimostra la recente fuga di un sospettato che aveva confessato di aver ucciso 42 donne.
La lotta contro i femminicidi è una battaglia di dignità e giustizia che non può essere fermata con gas lacrimogeni o repressioni. È un grido universale per un futuro libero dalla violenza di genere.