Italia in ritardo sull’alfabetizzazione finanziaria: donne e giovani tra i più colpiti

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Giovani e donne tra i più penalizzati: quali le cause e le possibili soluzioni?

Secondo recenti analisi, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa per alfabetizzazione finanziaria, superando solo la Romania. Solo il 30% degli italiani ha una comprensione adeguata dei principali concetti economici, ben al di sotto della media europea. Questo fenomeno colpisce in modo particolare giovani e donne, rivelando un divario che potrebbe avere conseguenze rilevanti sul piano economico e sociale del Paese.

Le cause del gap

Tra i fattori principali che contribuiscono a questo risultato spicca il mancato inserimento strutturale dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Molti giovani acquisiscono nozioni economiche solo attraverso esperienze personali, spesso frammentarie e incomplete. Inoltre, permangono stereotipi di genere che vedono le donne meno inclini a gestire finanze o investimenti, alimentando una cultura che ne limita le opportunità di apprendimento.

La pandemia ha inoltre aggravato la situazione, esponendo molti cittadini a scelte finanziarie complesse senza adeguata preparazione, come la gestione dei risparmi o l’accesso a incentivi economici. Le nuove generazioni mostrano interesse per temi di sostenibilità finanziaria, ma spesso mancano delle competenze necessarie per trasformare queste aspirazioni in azioni concrete.

Chi è più penalizzato

Le donne sono significativamente meno alfabetizzate finanziariamente rispetto agli uomini, con una differenza che supera i 10 punti percentuali. Per quanto riguarda i giovani, solo il 35% di chi ha tra i 18 e i 34 anni riesce a rispondere correttamente su concetti chiave come inflazione, tassi di interesse e diversificazione del rischio. Questo problema è particolarmente evidente tra coloro che non hanno un background scolastico tecnico o scientifico.

Le possibili soluzioni

Gli esperti concordano sull’urgenza di introdurre programmi di educazione finanziaria fin dai primi anni di scuola, includendo moduli specifici nelle università e campagne mirate per sensibilizzare il pubblico. È essenziale anche l’utilizzo di piattaforme digitali e applicazioni che favoriscano l’apprendimento personalizzato. Programmi pilota in altre nazioni, come l’Estonia, dimostrano come l’educazione finanziaria possa migliorare significativamente con interventi mirati e finanziati a livello statale.

Il miglioramento dell’alfabetizzazione finanziaria non è solo una sfida educativa, ma anche economica e sociale. Investire in competenze finanziarie significa costruire un futuro in cui cittadini più consapevoli possano prendere decisioni informate, contribuendo alla crescita e alla stabilità economica del Paese. È quindi fondamentale che istituzioni, scuole e aziende collaborino per colmare questo divario, puntando su iniziative inclusive e sostenibili.