It from Bit: L’Informazione al Centro dell’Esistenza

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John Archibald Wheeler, celebre fisico teorico, ha rivoluzionato il nostro modo di vedere la realtà con l’affermazione “It from bit”: tutto ciò che esiste (l’“It”) deriva, in ultima analisi, dall’informazione (il “bit”). Questa idea sovverte la concezione classica secondo cui la materia è la base fondamentale dell’universo, suggerendo invece che l’informazione è il vero tessuto della realtà.

L’informazione come essenza della realtà

L’idea di Wheeler trova un curioso parallelo nel “Esse est percipi” (“Essere è essere percepito”) del filosofo George Berkeley. Secondo Berkeley, ciò che esiste dipende dalla percezione di una mente. Analogamente, in un universo definito dall’informazione, le proprietà della materia emergono solo quando sono “lette” o “percepite”. Questo sposta l’attenzione dalla sostanza fisica all’interazione, dal supporto materiale al contenuto informativo.

Per comprendere meglio, possiamo fare un parallelo con la programmazione orientata agli oggetti (OOP). In OOP, un oggetto è una “classe” istanziata: il suo comportamento e il suo stato esistono solo nel momento in cui è creato e utilizzato. Senza un contesto che lo definisca, l’oggetto è solo un’idea potenziale. Similmente, la materia può essere vista come l’istanza dell’informazione.

La quantità contro il significato dell’informazione

Claude Shannon, padre della teoria dell’informazione, ci ha dato strumenti potenti per misurare la “quantità di informazione” trasmessa, ma il suo approccio è intenzionalmente neutro rispetto al significato. Per Shannon, un messaggio è semplicemente una sequenza di simboli: non importa cosa significhi, ma solo quanto è probabile o improbabile.

Tuttavia, l’informazione ha senso solo quando le attribuiamo un significato, ed è qui che emerge il problema della semantica. Qualsiasi quantità di dati è inutile senza una comprensione del loro valore e delle loro implicazioni. Questo è particolarmente rilevante nell’era digitale, dove siamo sommersi da flussi infiniti di dati che necessitano di interpretazione.

L’informazione nell’eternità

Un esempio suggestivo dell’importanza dell’informazione viene dal Vangelo di Marco (13, 24-32): «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Le parole, qui intese come veicoli di significato eterno, dimostrano come l’informazione possa trascendere la caducità della materia.

La promessa della permanenza dell’informazione – quando è dotata di significato e profondità – ci ricorda che la conoscenza, le idee e i valori hanno il potenziale di plasmare il futuro, resistendo ai mutamenti della realtà fisica.

Informazione e intelligenza artificiale

Oggi ci troviamo a un bivio: la capacità di raccogliere e processare enormi quantità di dati grazie all’intelligenza artificiale (IA) è senza precedenti. Ma il vero valore di queste tecnologie dipende dalla nostra capacità di conferire loro un significato etico e umano. Come l’informazione diventa reale solo se percepita, così le IA possono portare beneficio solo se progettate per comprendere il contesto e promuovere il bene comune.

L’uomo – con la sua capacità di dare semantica all’informazione – è il custode di questa responsabilità. Abbinando l’intelligenza umana alla potenza computazionale delle IA, possiamo creare strumenti in grado di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, le disuguaglianze e la sostenibilità. Tuttavia, è essenziale utilizzare questa sinergia per il bene dell’umanità e del pianeta, evitando derive distruttive o manipolazioni dannose.

Conclusione

L’informazione – come fondamento dell’esistenza – ci invita a riflettere sul nostro ruolo di interpreti e creatori di significato. Come il “bit” di Wheeler è alla base di tutto, così le nostre decisioni su come gestire e interpretare l’informazione determinano il futuro. Sta a noi scegliere se utilizzare questa risorsa infinita per costruire un mondo migliore o sprecarla in percorsi che non portano valore duraturo. Le parole “non passeranno” solo se le usiamo per plasmare un significato che meriti di essere ricordato.