IL SENSO DI SICUREZZA DELLA DONNA IN STRADA

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Il concetto di sicurezza è correlato alla certezza delle regole, alla routine della quotidianità, alla prevedibilità dei comportamenti umani, alla regolarità delle relazioni sociali, alle abitudini e alla familiarità. Tutto ciò che non è familiare viene percepito come estraneo, sconosciuto, nuovo, imprevedibile e quindi rischioso. La prevedibilità delle piccole routine quotidiane alimenta la percezione di sicurezza e, quando queste vengono in qualche modo sconvolte, subentrano stati di ansia capaci di alterare anche gli aspetti più saldamente radicati della personalità. Ciò va a scardinare le proprie certezze, causando ansie e frustrazioni derivanti dalla impossibilità di controllare le situazioni.
Quando ci si trova per strada, soprattutto se in luoghi poco frequentati, isolati o di notte, sono due gli elementi che entrano in gioco nel senso di percezione di sicurezza. Il primo è il “fear of crime”, ovvero la paura personale della criminalità. È rappresentato da una sensazione di ansia data dall’insicurezza personale nel momento in cui ci si trova davanti un pericolo, sia concreto che potenziale. Il secondo elemento è il ‘’concern about crime’’ ed è legato a un senso di inquietudine sociale verso il problema della criminalità. Il concern about crime ha, in genere, a che fare con il grado di partecipazione politica, l’adesione ad una data visione del mondo, ai valori da perseguire ed è quindi strettamente legato al bagaglio culturale ed al sistema dei valori sociali e politici nei quali l’individuo confida. Esso non riguarda la paura personale di essere vittima di un crimine, bensì concerne la paura generale del cambiamento sociale correlato all’ansia derivante dall’espansione degli atti criminali nella società e quindi, in ultima analisi, interessa la sicurezza della comunità di appartenenza. Il fear of crime attiene invece all’ambito della vittimizzazione ed è legato al timore di subire il crimine e le sue conseguenze, oltre che alla risposta fisica ed emotiva verso una minaccia reale o potenziale, dalla quale viene ricavata una rappresentazione mentale anticipata di una probabile situazione rischiosa.
La percezione del rischio è un concetto soggettivo e richiama la tendenza a proteggersi da quei fattori che possono mettere in pericolo la propria sopravvivenza. La spinta a proteggerci da minacce esterne deriva dalla consapevolezza delle proprie strategie di coping, ossia dalla capacità di far fronte agli eventi avversi. Se ci percepiamo in grado di fronteggiare le difficoltà, reagiamo con minore stress in quanto ci sentiamo competenti e quindi efficaci. Si consideri che, le reazioni di stress davanti alle difficoltà, sono date da due tipologie di valutazione: la prima concerne il modo in cui valutiamo l’evento nelle accezioni di positivo o negativo e, la seconda, dal modo in cui valutiamo noi stessi come in grado o meno di farvi fronte.
Le modalità per implementare le strategie di coping partono dalla diffusione di una conoscenza del rischio adeguata, dei suoi fattori e dei comportamenti da adottare. Una corretta educazione, fondata su informazione e sensibilizzazione, permette di aumentare il numero di risposte efficaci al rischio efficaci, oltre che consentire di allenare la fiducia nelle proprie capacità e risorse.