Legge UE sul ripristino della natura.
Cosa porta un paese come il nostro ad opporsi verso una legge che pare abbia buon senso?
“La legge sul ripristino della Natura è un importante provvedimento dell’Unione Europea che mira a proteggere la biodiversità e a recuperare gli ecosistemi”, così cita la motivazione UE in merito.
Fra gli obiettivi primari di questo provvedimento troviamo l’obbligo da parte dei Paesi facenti parte dell’ Unione di ripristinare almeno il 20%, se non il 30%, di aree terrestri e marine entro il 2030…percentuale che dovrà arrivare gradualmente al 90% entro il 2050.
La suddetta legge è uno dei punti fondamentali del discusso Green Deal, che ha visto l’Italia già esprimere perplessità e dare, in diverse occasioni, contrasto ad altre iniziative riguardanti l’agricoltura, come ben noto.
Il timore fondamentale è legato all’impatto economico, non molto sostenibile, contro il quale il governo si è opposto, temendo oneri insopportabili per il nostro settore agricolo.
Ad oggi, Ungheria, Polonia, Svezia, Paesi Bassi e Finlandia, seguono il nostro esempio.
Come già verificatosi quindi, buoni e legittimi obiettivi…ma probabilmente disegni da rivedere data la complessità delle situazioni nazionali singole.
IL NO DELL’ITALIA
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