IL NARCISISTA

di


Nell’era della somma tecnologia, nella quale tutto sembra portare a una qualità della vita ad altissimi livelli, colpisce e fa impressione il mondo “parallelo” di maschi non al passo con i tempi. Anzi, dal loro operato, si viene catapultati indietro nel tempo, a quando era accettata dalla intera società, la presunta superiorità dell’uomo sulla donna, in virtù degli attributi della virilità: il maschilismo.
Quest’ultimo, si sa, è una norma culturale che subordina le donne ai maschi, cioè a dire i maschi, in ogni campo, vengono considerati superiori alle donne, come se questa presunta superiorità sia innata, quindi giustificata. Inaccettabile una forma mentis di questo tipo, in un’era che da tempo ha capito che la donna deve godere degli stessi diritti e doveri dell’uomo.
Perché allora l’accanimento a conservare il “trono” da parte di maschi? Maschi che sono sempre di più in aumento, quasi fosse una pazzia collettiva, con l’epilogo più efferato: la morte della donna che dicono di amare.
Questo omicidio viene definito femminicidio, ossia la forma di violenza esercitata in nome di una matrice patriarcale che vuole l’assoggettamento della partner.
Un uomo siffatto prende il nome di Narciso e le sue azioni saranno classificate narcisistiche.
Ma cerchiamo di analizzare il problema più da vicino e capire cosa vuol dire essere narcisista.
Noi tutti, pensiamo che un narcisista sia una persona arrogante, saccente, pieno di sé.
Pensiamo che sia insensibile agli altrui sentimenti e che non venga turbato in nessun modo, di fronte alla sofferenza che provoca nelle persone che incrociano il suo cammino.
Bisogna, altresì, fare una distinzione tra un narcisista non disfunzionale e un disturbo di personalità narcisistico.
Il primo, pur presentando dei caratteri narcisistici, pur essendo sicuro di sé, riesce a vivere una relazione di coppia normale, entrando anche in empatia e interessandosi ai bisogni dell’altra.
Il secondo sente il forte bisogno di essere costantemente ammirato e di godere di continue attenzioni, ragion per cui, molto spesso, è portato a scegliere più di una vittima, in modo da assicurarsi di essere sempre al centro dell’attenzione.
È raro che un narcisista non abbia più di una donna, districandosi con le vite parallele che si è costruito, certo di non essere scoperto.
La domanda sorge spontanea: “Perché? Troppo amore per se stesso?”
In realtà gode di una scarsa autostima, possiede fragilità e complessi d’inferiorità e, per questo, ha bisogno di continue conferme.
Durante la prima fase di conoscenza con la vittima designata, assume una serie di comportamenti positivi che, agli occhi della donna presa di mira, lo rende un uomo unico, eccezionale. Un uomo con fare garbato, gentile e perbene. Un uomo d’altri tempi, un perfetto gentlemen, prodigo di promesse, di frasi belle, d’amore e passione.
Tutto ciò, però, ha breve durata. Una volta conquistata la partner, il narcisista butta la maschera, facendo emergere altri aspetti della sua personalità, ossia la vulnerabilità, la mancanza d’amore per se stesso e, la rabbia a lungo trattenuta, si scatena sulla donna non lasciandole scampo, soprattutto se, quest’ultima, scoperta la vera identità dell’uomo che ha accanto, decide un allontanamento.
Spesso, la donna del narcisista, è autonoma, sa cavarsela da sola ed è proprio quando si allontana che il narcisista, avendo il terrore dell’abbandono, farà di tutto per far sì che la sua compagna torni da lui.
Per il narcisista è inaccettabile ritrovarsi da solo, in quella solitudine di vuoto affettivo dal quale cerca di fuggire; ha grande dipendenza affettiva in virtù del fatto che la solitudine è la sua peggior nemica, una bestia in agguato pronta a divorargli l’anima.
Uscire da una relazione con un narcisista non è cosa da poco. La donna, per natura, tende a essere una crocerossina e la pietà avrà il sopravvento.
Il narcisista crolla quando la persona non cade più nella sua trappola.
E, quando prende atto che la partner, oramai esausta, non intende rimanergli a fianco, cerca di trattenerla con ogni mezzo: dapprima userà minacce verbali, tenterà di colpevolizzare, dominare e manipolare per poi passare a violenza fisica.
La fine del rapporto, molto spesso, si chiude in modo fatale, con la morte della propria partner.
Ma come riconoscere e aiutare un narcisista?
Chi ha vissuto un’esperienza con un compagno narcisista, sa bene che è una “relazione impossibile”. Non serve la sottomissione, non serve la ribellione. Qualsiasi atteggiamento adottato, per il narcisista, non andrà mai bene.
Inoltre, il narcisista rifiuta l’aiuto, anzi disprezza psicologi e psicoterapeuti, salvo quando ha un disturbo fisico dovuto all’abuso di sostanze o all’insonnia.
Non si farà mai convincere a ricevere aiuto.
Aiuto che la vittima non può offrirgli ma solo lo psicoterapeuta che lo guiderà nel comprendere il vero valore delle proprie virtù, senza ingigantirle. Lo aiuterà ad amarsi senza ergersi ad onnipotente. La terapia è l’unica soluzione per poterne uscire.
“Siamo convinti che il segreto per la cura dei narcisisti, sia quello di ridargli il diritto di vivere”.