IL GOZZETTO CAPRESE

di


Storia e Tradizione della Grotta Azzurra

Oggi vi raccontiamo la storia di una tradizione che si tramanda da generazioni a Marina Grande: la storia del gozzetto caprese della Grotta Azzurra.
La Grotta Azzurra, situata lungo la costa nord-occidentale dell’isola di Capri, è una cavità naturale famosa per i suoi colori azzurri e trasparenti e per l’atmosfera magica che si respira al suo interno.
Secondo una leggenda, la grotta era conosciuta come “Gradola” ed era abbandonata e temuta dai marinai perché si diceva fosse infestata da spiriti e demoni. Questo luogo di grande bellezza e mistero sembrava avvolto da un antico incantesimo.
In epoca romana, la Grotta Azzurra era utilizzata come ninfeo marino dall’imperatore Tiberio, che si era innamorato di questo luogo e aveva fatto costruire un passaggio segreto per raggiungerla direttamente da una villa adiacente.

All’interno della grotta, erano disposte numerose statue romane rappresentanti creature marine, tra cui quelle di Nettuno e Tritone. Le statue ritrovate all’interno della grotta, oggi custodite nella Casa Rossa ad Anacapri, testimoniano questo uso
antico.
Tuttavia, nel corso dei secoli, la Grotta Azzurra cadde nell’oblio, circondata da leggende e superstizioni. Fu solo nel XIX secolo che due avventurieri, lo scrittore tedesco August Kopisch e il pittore Ernst Fries, accompagnati dal pescatore locale Angelo Ferraro, riscoprirono la grotta e ne diffusero la fama in tutto il mondo, lodandone la bellezza ovunque.
Dopo la riscoperta della Grotta Azzurra, il luogo divenne rapidamente una meta turistica ambita.
Di conseguenza, si rese necessario progettare un’imbarcazione capace di attraversare il suo stretto ingresso. Verso il 1850, il Maestro D’Ascia Aprea di Marina Grande di Sorrento fu incaricato di creare una barca adeguata. Aprea si recò a Capri per misurare l’ingresso della grotta sia durante la bassa che l’alta marea, al fine di progettare una barca che fosse piccola, leggera, stabile e capace di trasportare quattro persone più il marinaio.

Nacque così la “Barchetta della Grotta Azzurra”.
Il nome Aprea è strettamente legato alla tradizione dei gozzi capresi. Mastro Cataldo Aprea, nato nel 1932, rappresenta l’ultimo carpentiere della sua dinastia, una linea di artigiani che ha attraversato due secoli. Cataldo Aprea continua a costruire i suoi capolavori seguendo metodi tradizionali, resistendo alla modernità della vetroresina e affidandosi al garbo, un modello in scala dell’imbarcazione finale.

Il suo lavoro è una testimonianza vivente dell’artigianato tradizionale e del
legame indissolubile tra la cultura marinara e la maestria artigiana.
Questa barca fu appositamente progettata per consentire l’accesso all’interno della celebre
Grotta Azzurra di Capri. Le specifiche tecniche della barca sono le seguenti:
• Lunghezza fuori tutto: 3,83 metri (14 palmi e 1/4)
• Larghezza: 1,18 metri
• Altezza al puntale: 0,47 metri
• Peso: 90 kg
• Capacità: 5 persone
Nonostante le sue dimensioni ridotte, l’imbarcazione deve essere immatricolata e dotata delle necessarie attrezzature di sicurezza, essendo una barca destinata al traffico. Una caratteristica distintiva della barca è la presenza di murate rientranti, progettate per spostare il baricentro e aumentare la stabilità trasversale.
I barcaioli della cooperativa “Battellieri Capri” utilizzano una tecnica particolare per entrare nel varco angusto della grotta.

Le condizioni del mare devono essere calme e l’ingresso è possibile
solo durante la bassa marea. Una volta posizionati all’entrata, i barcaioli attendono il momento opportuno per sdraiarsi e tirarsi all’interno utilizzando una catena posta nella parte alta del varco.
Il barcaiolo chiederà ai visitatori di sdraiarsi sul fondo della barca per poter entrare nella grotta, dato che l’ingresso è largo solo due metri e alto appena un metro.
La Grotta Azzurra deve la sua fama principalmente alla particolare colorazione dell’acqua al suo interno, che assume tonalità azzurre e trasparenti di rara bellezza. Questo fenomeno è dovuto alla luce del sole che penetra nella grotta attraverso una finestra sottomarina situata sotto l’ingresso principale. La luce viene filtrata dall’acqua, che assorbe i colori rossi e lascia passare soltanto quelli azzurri, creando un effetto visivo straordinario.

Per chi ama il mare, il gozzetto caprese non è solo un’imbarcazione, ma un simbolo di passione, storia e tradizione. Ogni curva, ogni giuntura di legno racconta storie di artigiani che, con mani esperte e cuore devoto, hanno saputo trasformare il legno in capolavori galleggianti. Il mare, con il suo respiro eterno, è stato ed è il testimone silenzioso di questa arte, un’arte che si trasmette di generazione in generazione, portando con sé un patrimonio di conoscenze e valori.
Questa barca, simbolo di una tradizione marinara che si perpetua da oltre un secolo e mezzo, rappresenta l’ingegno e la maestria degli artigiani locali. La Grotta Azzurra, con il suo magico ingresso, continua ad affascinare i visitatori di tutto il mondo, grazie anche all’abilità dei barcaioli capresi e alla storia di queste piccole ma straordinarie imbarcazioni.
L’Associazione GOZZO NAPOLETANO è orgogliosa di tutelare e promuovere questo patrimonio storico e culturale, celebrando la bellezza e l’artigianato del gozzetto caprese, nonché l’arte del Maestro D’Ascia che ha reso possibile questa meravigliosa esperienza.

Mentre la tradizione continua attraverso le mani esperte di Mastro Cataldo Aprea, noi ci impegniamo a preservare e valorizzare questo tesoro per le generazioni future. La sincerità e la dedizione di chi ama il mare si riflettono in ogni fibra di queste barche, portando avanti un legame indissolubile con le nostre radici e con il nostro mare