IA e Radicalizzazione Online: l’Allarme di Esperti alla 77ª Conferenza dell’AAFS

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Alla 77ª Conferenza Annuale dell’American Academy of Forensic Science (AAFS), la dott.ssa Cristina Brasi, psicologa, criminologa forense e analista scientifica del linguaggio non verbale, e la dott.ssa Denise Gemmellaro, Assistant Professor of Forensic Science alla Kean University, hanno acceso i riflettori su un tema sempre più urgente: il ruolo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nella radicalizzazione online di bambini e adolescenti.

Il fenomeno dell’autoindottrinamento e il ruolo degli influencer

Nel corso del loro intervento, le due esperte hanno analizzato il fenomeno dell’autoindottrinamento, spiegando come determinati modelli di influencer possano giocare un ruolo chiave nel processo di radicalizzazione dei più giovani.

Alcuni di questi personaggi digitali, infatti, propongono narrazioni che li descrivono come individui emersi da condizioni di marginalità sociale per raggiungere il successo. Questo tipo di storytelling attrae i giovani in cerca di un senso di appartenenza e riscatto, spingendoli a identificarsi con chi promuove una visione polarizzata della società.

La conseguenza è una spinta alla contrapposizione, in cui il mondo viene diviso in “noi” contro “loro”. Questo meccanismo viene sfruttato da gruppi estremisti per incanalare la frustrazione giovanile e indirizzarla verso una lotta contro un presunto nemico comune, spesso identificato nell’Occidente e nei suoi valori.

L’Intelligenza Artificiale come strumento di radicalizzazione

L’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo cruciale in questo processo. I sistemi avanzati di generazione di contenuti possono creare immagini, video e testi personalizzati per costruire una narrazione coerente e persuasiva. Attraverso sofisticati algoritmi di machine learning, questi strumenti sono in grado di adattare i messaggi alle preferenze e alle vulnerabilità di ogni singolo utente, rendendo la propaganda più efficace e mirata.

Le due esperte hanno sottolineato come l’IA non solo amplifichi la diffusione di contenuti estremisti, ma contribuisca anche a rafforzare la percezione di una missione eroica per i giovani coinvolti. I contenuti generati creano il mito del “piccolo eroe” che combatte per un presunto bene superiore, alimentando così il fenomeno della radicalizzazione online.

Un problema globale che richiede soluzioni concrete

Il tema affrontato alla conferenza evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza e di interventi concreti per contrastare questi fenomeni. Secondo la dott.ssa Brasi e la dott.ssa Gemmellaro, è fondamentale adottare strategie di prevenzione e monitoraggio, promuovere l’educazione digitale nelle scuole e sensibilizzare genitori e istituzioni sul ruolo dell’IA nella manipolazione cognitiva dei giovani.

Allo stesso tempo, si rende necessario un intervento normativo che regoli l’uso dell’IA e dei social media per evitare che diventino strumenti nelle mani di gruppi che mirano a destabilizzare le nuove generazioni.

Il dibattito sulla sicurezza digitale e sulla protezione dei minori continua a essere una priorità globale, e il contributo di esperti come Brasi e Gemmellaro rappresenta un passo importante per affrontare una sfida che riguarda tutti.