GIUSEPPE VERDI, L’ALTRO…

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Il lato meno conosciuto del Maestro

“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita! Credimi, amico, quella Casa è veramente l’opera mia più bella”.

Giuseppe Verdi

Il nostro Maestro nazionale sappiamo esser stato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, ma meno conosciamo la sua attività politica divenuta, attraverso Lui, anche simbolo artistico dell’unità nazionale; e ancor meno si sa della sua filantropia, probabilmente dovuta a un eterna riconoscenza ed empatia verso l’importanza infinita dell’aiuto (da egli stesso ricevuto) nei momenti di grave difficoltà, soprattutto quando datoci da terzi, per poter inseguire e magari realizzare le nostre aspettative, le nostre idee, i nostri sogni.

La citazione in testa riassume tutta la disposizione d’animo di un gigante della storia, non solo italiana, e di come, lo stesso, non abbia mai perso il contatto con la dura realtà di chi “non ce l’ha fatta”.

Condizione da dove egli stesso era venuto, senza per questo smarrire il senso della vita e della funzione del successo, da adempiere verso il prossimo.

La proverbiale e molto nota riservatezza del Maestro, celava quindi un’anima alta, profonda, silenziosamente generosa, altruista; non solamente creativa ai massimi livelli, ma pure umanamente preoccupata…Una scissione fra notorietà-clamore versus riservatezza-sobrietà, segnale di un uomo solido che non cede alle molte tentazioni dell’ego, padrone di un equilibrio non comune anch’esso.

Assieme alla moglie Giuseppina Strepponi, finanziarono opere di grande valenza sociale ma, crebbe nel corso del tempo in lui l’idea di sostenere, con un intervento durevole, i musicisti meno fortunati, unitamente al desiderio di offrire una vecchiaia tranquilla e decorosa ai propri colleghi che, privi dei proventi garantiti dal successo o incapaci di gestire con oculatezza i frutti della gloria, si ritrovavano a fronteggiare, spentisi i riflettori o nell’età senile, il dramma dell’indigenza, in un’epoca in cui non esisteva ancora l’assistenza pensionistica.

Ecco che Il 16 dicembre 1899 Giuseppe Verdi istituisce l’Opera Pia Casa di riposo per musicisti, eretta il 31 dicembre quale Ente Morale per Regio decreto firmato da re Umberto e da Luigi Pelloux.

La delicatezza e sensibilità del Maestro traspariva chiaramente pure nell’uso della parola, laddove, ad esempio, modificava la proposta di Boito nel chiamare la Casa “Ricovero per musicisti” nella più accogliente “Casa di riposo per musicisti”.

Così come stabilì che non si parlasse di “ricoverati”, ma di “ospiti”; e sempre nell’ottica del rispetto di tutti non volle camerate come dormitori, bensì camere doppie affinché in caso di bisogno una persona potesse aiutare l’altra”

Nel corso degli anni numerosi furono i benefattori, in primis Arrigo Boito.

Negli anni ’90 Wanda Toscanini, figlia del celeberrimo direttore d’orchestra, e il marito, il pianista Vladimir Horowitz, donarono a Casa Verdi l’equivalente di circa dieci milioni di euro; in seguito alla loro cospicua elargizione Casa Verdi (un tempo Ipab) divenne nel 2003 la “Fondazione Giuseppe Verdi”

LA CASA OGGI

(info a cura della Direzione Casa di riposo per musicisti Fondazione Giuseppe Verdi)

Oggi la Casa è divisa in “Casa Albergo” per gli Ospiti autosufficienti e in “Residenza Sanitaria Assistita” per coloro che necessitano di cure costanti garantite da personale socio-sanitario attivo 24 ore su 24:

La Casa può accogliere oggi fino a un massimo di 80 Ospiti ai quali è dedicato un programma quotidiano di animazione che prevede l’ascolto di musica, la proiezione di film, un laboratorio di canto molto frequentato e apprezzato, giochi collettivi, “merende” musicali. Una delle iniziative più gradite è sicuramente la partecipazione agli spettacoli del Teatro alla Scala che riserva sempre agli anziani Ospiti della Casa una sensibile attenzione.

Ci sono inoltre numerose sale da musica dove i giovani studenti possono esercitarsi, esibirsi davanti a qualche Ospite per avere consigli e suggerimenti e dove anche gli anziani Maestri continuano ad impartire lezioni ai propri allievi. E per rendere ancora più confortevole la quotidianità sono disponibili una palestra, il servizio di guardaroba e una parrucchiera.

L’apertura di tali ambienti ha consentito di promuovere e valorizzare Casa Verdi presso l’ampio pubblico di appassionati verdiani di tutto il mondo che, da ormai vent’anni, la eleggono meta favorita dei loro soggiorni milanesi.

Ai turisti italiani e internazionali si aggiungono le sempre più numerose scolaresche attratte dalla figura umana e artistica di Giuseppe Verdi che viene loro presentato nella sua poliedrica interdisciplinarietà culturale. Sempre nel 1999 è stato avviato un progetto di integrazione generazionale che si è rivelato nel tempo di sorprendente efficacia: insieme agli anziani Ospiti sono ammessi in Casa Verdi, per la durata di un ciclo di studio, 15 studenti meritevoli che frequentano l’Accademia della Scala, il Conservatorio e la Civica Scuola di Musica di Milano.

Oltre al salone dei concerti, alle sala da pranzo e alle aule riservate allo studio, un altro ambiente che favorisce l’incontro tra studenti e Ospiti è la biblioteca che conserva ad oggi circa 8.000 documenti a disposizione anche del pubblico esterno. Nel 2008 è stato sistemato e catalogato il fondo, comprensivo di 3.500 documenti, lasciato alla Casa dalla grande violinista Pina Carmirelli e da allora la biblioteca si è arricchita con altre raccolte a volte donate dagli stessi Ospiti, a volte inviate da collezionisti che individuavano nella Fondazione la destinataria più idonea. Ricordiamo almeno le 100 operette in edizione a stampa o manoscritte del Fondo Carlo Lombardo, provenienti dalla collezione del celebre editore, compositore e librettista, un migliaio di spartiti d’opera e circa cento opere ridotte per pianoforte solo, ma non dobbiamo dimenticare 800 edizioni discografiche di opere liriche (in LP e CD), più di un migliaio di 78 giri e gli oltre 6000 dischi – con le voci più belle della storia della lirica dal 1900 al 1950 – donati dall’Associazione Museo Enrico Caruso e dal suo presidente Luciano Pituello insieme a 27 meravigliosi grammofoni e fonografi.

Il cuore della Casa, meta ogni anno di migliaia di visitatori da tutto il mondo, è ovviamente la Cripta che, dal 27 febbraio 1901, racchiude i sepolcri di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi. In seguito furono aggiunte una lapide in ricordo della prima moglie del Maestro, Margherita Barezzi – scomparsa a soli 26 anni – e dei loro due figli, Virginia e Icilio, morti entrambi in tenera età; una lastra marmorea invece è dedicata al celebre soprano Teresa Stolz, memorabile interprete verdiana e grande amica del compositore, che finanziò i mosaici della Cripta.

LE ULTIME VOLONTA’ DEL MAESTRO

Ordino che i miei funerali siano modestissimi, e siano fatti o allo spuntar del giorno, o all’Ave Maria di sera senza canti e suoni. Non voglio nessuna partecipazione della mia morte colle solite formule. Si distribuiranno ai poveri del villaggio di S. Agata lire mille nel giorno dopo la mia morte”

Ecco l’ultimo capolavoro Verdiano. La summa delle colonne sonore della sua straordinaria vita di immenso Artista, unite alle sue inaspettate qualità di “uomo per l’uomo”.

Ove la Pace, l’aiuto, la riconoscenza e l’amore tangibile per il prossimo, hanno reso la sua Arte ancora più celestiale.

INFO E APPROFONDIMENTI

Casa di riposo per musicisti Fondazione Giuseppe Verdi piazza Buonarroti 29 – 20149 Milano tel. 02.4996009