Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili: una battaglia quotidiana

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Il 6 febbraio si celebra la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), una pratica che coinvolge la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni per motivi non medici. Questa usanza, riconosciuta a livello internazionale come una grave violazione dei diritti umani, è diffusa in almeno 96 paesi, con una prevalenza significativa in Africa centrale, alcune aree del Medio Oriente e dell’Asia.

Secondo l’UNICEF, oltre 230 milioni di ragazze e donne nel mondo hanno subito una forma di MGF, e si stima che circa 4 milioni di ragazze rischino di essere sottoposte a questa pratica entro i 15 anni di età. In Italia, i flussi migratori hanno portato all’attenzione il tema delle MGF, con stime che indicano almeno 87.000 donne e bambine coinvolte, sebbene i dati siano parziali e il fenomeno sommerso difficile da quantificare.

Le MGF rappresentano una manifestazione di profonda disuguaglianza di genere e sono spesso considerate un rito di passaggio o un prerequisito per il matrimonio in alcune società. Le conseguenze sulla salute sono gravi e includono complicazioni a breve e lungo termine, tra cui infezioni, dolore cronico, problemi durante il parto e traumi psicologici. Nonostante gli sforzi globali per eliminare questa pratica, si prevede che circa 68 milioni di ragazze siano a rischio di subire MGF entro il 2030.

La Giornata Internazionale contro le MGF mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere azioni concrete per porre fine a questa violazione dei diritti umani. Tuttavia, la lotta contro questa pratica non può limitarsi a una sola giornata di riflessione: ogni giorno dobbiamo impegnarci per proteggere le bambine e le donne a rischio, promuovere leggi efficaci e sensibilizzare le comunità affinché questa usanza venga definitivamente abolita. Solo con un impegno costante possiamo garantire un futuro libero da questa violenza per milioni di ragazze nel mondo.