Roma, 22 luglio 2024 – “Da tempo sosteniamo la necessità di alcuni correttivi al nuovo
Codice degli Appalti – esordisce Carla Tomasi, Presidente della Federazione FINCO –
ed abbiamo cercato di condensare al massimo le diverse criticità che andrebbero
urgentemente corrette, riscontrando venerdì scorso la consultazione preannunciata
dal Ministro Salvini in occasione dell’incontro con le principali categorie interessate
del 1° luglio scorso.
In primo luogo abbiamo rappresentato direttamente al Ministro e ribadito nel nostro
contributo che occorre sciogliere definitivamente il palese contrasto tra la doverosa
attenzione alla qualità delle opere ed all’ottimale allocazione delle risorse pubbliche
da un lato nonché alla tutela della sicurezza in cantiere dall’altro con la illogica,
controproducente e, mi si lasci dire, inaccettabile e incivile previsione normativa che
tuttora consente la possibilità di qualificarsi per l’esecuzione di opere pubbliche con i
lavori svolti da altri. Se non si pone rimedio a quanto sopra è poi inutile insistere
sull’applicazione forzosa di determinati contratti, parlare di formazione, predisporre
patenti a punti o a crediti che dir si voglia e piangere lacrime di coccodrillo in caso di
incidenti. Vorrei paradossalmente, ma forse più chiaramente, far riflettere sul fatto che
se si organizza una sala operatoria non si diventa per questo chirurghi…
Un altro aspetto che va assolutamente affrontato riguarda in particolare l’articolo 119
sul subappalto in relazione al quale FINCO ritiene necessario assimilare le SIOS
(opere superspecialistiche) alla categoria prevalente e predisporre un contratto di
subappalto tipo volto a tutelare i subappaltatori ed i subcontraenti anche sotto il profilo
dei pagamenti, onde l’inadempimento della soddisfazione dei medesimi decorra
chiaramente, e senza incertezze, dal non rispetto della data di pagamento
concordata.
Nella consultazione abbiamo altresì evidenziato – continua Carla Tomasi – alcune
preoccupazioni relative a storture in termini di trasparenza e limitato controllo sui costi
derivanti dall’applicazione dell’istituto dell’appalto integrato. Analoga preoccupazione
desta la solidarietà in termini di rischio per gli assuntori di lavori scorporabili nei
raggruppamenti temporanei di impresa “verticali”, nell’ambito dei quali non vi è
rapporto fra l’impresa in raggruppamento ed i diversi fornitori.
Vi è poi il tema dell’avvalimento che, secondo una logica non condivisibile e
frontalmente in contrasto con l’attitudine alla qualità delle opere, renderebbe
ora possibile oggetto di avvalimento anche le lavorazioni cosiddette
superspecialistiche, le citate SIOS. Si ritiene in proposito invece assolutamente
necessario che le stazioni appaltanti identifichino quali sono i compiti essenziali che
l’aggiudicatario deve eseguire in proprio (se non si vuole creare un sistema di soli
appaltatori – intermediari, talvolta vere e proprie scatole vuote).
Prudenza andrebbe anche espletata a proposito dei cosiddetti “subappalti a catena”
limitandone l’applicabilità alle sole categorie per le quali essa era già prevista nel
previgente Regolamento, senza coinvolgere in questa possibilità ulteriori
specializzazioni.
In ultimo – conclude Carla Tomasi – due puntualizzazioni di carattere trasversale che
sembrerebbero logiche ed ovvie ma che invece dobbiamo registrare essere
necessario ribadire in ogni occasione:
- non può essere la stazione appaltante a decidere del Contratto Collettivo che
l’appaltatore deve applicare, ledendo gravemente una delle poche libertà tuttora
residue in capo all’iniziativa imprenditoriale. Qui non c’entrano nulla i contratti pirata, che vanno ovviamente combattuti, si tratta di scegliere i contratti adeguati per le lavorazioni da svolgere. - La revisione prezzi è un meccanismo che deve essere garantito a tutta la filiera,
quindi anche a subappaltatori e subfornitori, salvo non vi siano accordi migliorativi ad hoc con gli appaltatori.
Il tempo è poco e le criticità non sono davvero indifferenti tenuto anche conto di alcuni correttivi che occorrerà prevedere per determinati settori specifici