Divario di genere nelle materie STEM

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La sfida della parità: l’importanza di colmare il gap di genere nelle discipline scientifiche e tecnologiche

Sempre più spesso si sente parlare di STEM, ma quanti sanno davvero cosa vuol dire e di cosa si tratta?
STEM è l’acronimo di Science, Technology, Engineering e Mathematics. All’interno di questa sigla rientrano discipline che sembrano rappresentare oggi la porta d’accesso ai lavori del futuro, tanto da diventare sempre più indispensabili per la formazione e la realizzazione professionale delle generazioni a venire.
Stiamo andando verso una rivoluzione scientifica e la richiesta di persone adeguatamente specializzate continua a crescere. Le previsioni indicano che entro il 2025 le competenze digitali diventeranno ancora più cruciali per le imprese a causa dell’accelerazione della trasformazione digitale. Competenze digitali per cogliere le opportunità offerte dalla rivoluzione tecnologica, nella Data Science e nell’Intelligenza Artificiale.
I laureati STEM, a un anno dalla laurea, hanno esiti occupazionali superiori a livello nazionale rispetto ai colleghi laureati in altre discipline e, a cinque anni dalla laurea di secondo livello, oltre il 90% risulta occupato. Le conoscenze tecnico-scientifiche richieste dall’industria 4.0 caratterizzano i percorsi di studi STEM. In questo cambiamento epocale, la popolazione femminile viene in parte esclusa.
Il rapporto stilato da AlmaLaurea conferma il paradosso di donne che si laureano prima e con performance migliori dei loro colleghi, ma che incontrano maggiori ostacoli in termini di ingresso e condizioni all’interno della collocazione nel mercato del lavoro.
I numeri parlano chiaro: nel mondo, meno di 4 laureati su 10 nelle materie STEM sono donne. Per questo motivo, anche in questo ambito si parla di un vero e proprio “gender gap”, sia di istruzione sia lavorativo, che si esprime anche nella retribuzione salariale. Per colmare questo gap gli investimenti del PNRR che vanno nella direzione di individuare nuove strategie.
Nell’ambito dei suoi sforzi verso un’Europa equa in fatto di genere, l’UE ha finanziato progetti che rafforzano la partecipazione delle donne alla ricerca e all’innovazione e promuovono il cambiamento strutturale negli istituti di istruzione superiore e nelle organizzazioni di ricerca.
L’obiettivo è quello di rafforzare l’azione delle scuole per garantire pari opportunità e uguaglianza di genere, in termini didattici e di orientamento rispetto alle materie STEM, di cicli scolastici, con focus specifico sulle studentesse e con un pieno approccio interdisciplinare. La disparità di genere ha conseguenze importanti sul futuro delle donne e della società.
Nel mondo le donne rappresentano, infatti, il 39% della forza lavoro, ma detengono solo il 27% delle posizioni manageriali. Donne e Scienza un binomio ancora intriso di stereotipi e pregiudizi. C’è necessità di abbattere definitivamente i pregiudizi di genere, poiché aumentare la presenza femminile nei settori STEM rappresenta un obiettivo strategico che va contro la disparità e migliora l’efficienza e l’economia del sistema Paese.
Solo allora le donne affrontano per giungere ai vertici delle istituzioni o delle aziende può essere giustificato.