Chi Sono i Ribelli dell’HTS che Hanno Preso Aleppo e Vogliono Estromettere Assad dalla Siria?

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Recentemente, il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), legato ad Al-Qaeda, ha intensificato la sua offensiva ad Aleppo, una delle principali città della Siria. L’HTS ha preso il controllo di diversi villaggi nella provincia settentrionale di Aleppo, con l’obiettivo di indebolire il regime di Bashar al-Assad e i suoi alleati russi, nonché di lottare per il controllo dell’autostrada M5, un’arteria vitale che collega Damasco ad Aleppo e che rappresenta una risorsa fondamentale per la logistica governativa.

Le Motivazioni dell’HTS

L’HTS ha motivato l’attacco come una risposta ai continui bombardamenti russi e siriani nella regione, che hanno colpito obiettivi civili e ribelli nell’area di Idlib, l’ultima grande roccaforte dell’opposizione. Sebbene il gruppo sia stato precedentemente associato ad Al-Qaeda, negli ultimi anni ha cercato di consolidarsi come un attore dominante tra i ribelli, cercando di mantenere una posizione indipendente da altre formazioni jihadiste. Il suo obiettivo non è solo il controllo territoriale, ma anche l’affermazione politica, mirando a ottenere un ruolo chiave nel futuro della Siria, una volta che Assad sia stato rimosso dal potere.

La Risposta del Regime di Assad

Il regime di Assad ha risposto con un’intensificazione delle operazioni militari, utilizzando bombardamenti aerei e artiglieria pesante per cercare di respingere i ribelli. L’esercito siriano, supportato dalle forze russe e dalle milizie filo-iraniane come Hezbollah, è determinato a riconquistare le aree persi nelle province di Aleppo e Idlib. L’autostrada M5, un punto strategico cruciale per le comunicazioni e il rifornimento delle truppe, è al centro di questo conflitto, e il suo controllo è fondamentale per il futuro del regime.

L’Equilibrio Geopolitico e la Turchia

L’HTS non agisce in un vuoto geopolitico. La Turchia, che ha preso una posizione ambigua nei confronti del gruppo jihadista, ha da sempre sostenuto alcuni gruppi di ribelli siriani, ma si è anche opposta a espansioni jihadiste. Nonostante le difficoltà, la Turchia mantiene un ruolo cruciale nel nord della Siria, sia per motivi di sicurezza interna che per il controllo dei flussi migratori e per contrastare l’influenza curda nella regione. Ankara è anche preoccupata per l’ulteriore destabilizzazione della zona, che potrebbe portare a un nuovo esodo di rifugiati verso i suoi confini. Le sue alleanze con la Russia e con l’Iran, sebbene tendenzialmente problematiche, sono state determinanti nel contenere l’avanzata delle forze governative siriane in alcune aree.

Il Ruolo delle Potenze Esterne

Le potenze internazionali hanno un forte impatto sugli sviluppi della guerra civile siriana. La Russia è uno degli alleati più importanti del regime di Assad, fornendo supporto aereo e logistico cruciale nelle operazioni militari. Tuttavia, la crescente pressione internazionale e la complessità degli interessi regionali potrebbero spingere Mosca a cercare una soluzione politica, pur mantenendo il suo sostegno a Assad. Al contrario, l’Iran continua a supportare Assad con milizie alleate e a puntare a una presenza consolidata nella Siria post-bellica, rafforzando la propria influenza in Medio Oriente.

Prospettive Future

Il futuro della Siria rimane incerto, con il conflitto che continua a essere una partita di equilibri tra alleanze complesse e interessi divergenti. La recente offensiva dell’HTS dimostra che, sebbene il regime di Assad sembri aver vinto sul piano militare, le forze di opposizione non sono sconfitte e continueranno a sfidare il controllo del governo. A livello geopolitico, l’intervento delle potenze straniere mantiene la Siria come un campo di battaglia per le loro competizioni, rendendo difficile una soluzione pacifica.In sintesi, la guerra in Siria resta una questione di potere e influenze regionali, e l’escalation di Aleppo rappresenta l’ennesimo capitolo di un conflitto che sembra non finire mai. La lotta per il controllo territoriale, le risorse strategiche e la geopolitica internazionale continuano a spingere la regione verso una possibile intensificazione della violenza e della destabilizzazione.