Caso Visibilia: Daniela Santanchè a processo per falso in bilancio e bancarotta

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Daniela Santanchè, ministra del Turismo italiana, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio relativo al gruppo editoriale Visibilia, da lei precedentemente posseduto. Il giudice Anna Magelli ha fissato l’inizio del processo per il 20 marzo presso il Tribunale di Milano. Insieme a Santanchè, altre 15 persone sono coinvolte nel procedimento, tra cui il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero.

Le accuse riguardano la presunta falsificazione dei bilanci di Visibilia Editore S.p.A. e altre società del gruppo nel periodo compreso tra il 2016 e il 2022, con l’obiettivo di occultare perdite milionarie e mantenere in attività le aziende, ingannando così gli investitori. In particolare, si contesta l’iscrizione nell’attivo dello stato patrimoniale di avviamenti per cifre comprese tra 3,2 e 3,8 milioni di euro, senza procedere alla necessaria svalutazione già dal dicembre 2016.

La difesa di Santanchè, rappresentata dagli avvocati Nicolò Pelanda e Salvatore Sanzo, sostiene che non vi sia stata alcuna manipolazione dei bilanci e che i soci fossero sempre informati sulle perdite, garantendo così un’offerta informativa trasparente.

Questo procedimento giudiziario potrebbe rappresentare un imbarazzo per il governo guidato da Giorgia Meloni, che finora ha difeso la ministra dalle richieste di dimissioni avanzate dall’opposizione. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato: “Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio. Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente.”

Oltre a questo caso, Santanchè è coinvolta in un’altra indagine per presunta truffa aggravata ai danni dell’INPS relativa alla cassa integrazione durante il periodo COVID-19. La Corte di Cassazione dovrà decidere il 29 gennaio se la competenza territoriale spetti a Milano o a Roma. Inoltre, la ministra è indagata per bancarotta in seguito al fallimento di Ki Group S.r.l., società del settore bio-food un tempo da lei guidata.

Nonostante le vicende giudiziarie, Santanchè ha escluso più volte che queste possano influenzare il suo ruolo nel governo, affermando che i suoi legali sono certi della sua innocenza e che non ha mai considerato l’ipotesi di dimissioni.