Nuove tensioni nel caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate in un garage sotterraneo di via del Ciclamino. Questa volta, lo scontro si consuma sul terreno delle analisi fonometriche: periti della difesa e dell’accusa giungono a conclusioni opposte riguardo a un elemento chiave dell’inchiesta — un file audio che conterrebbe le voci di Louis Dassilva, accusato di omicidio volontario pluriaggravato, e Manuela Bianchi, indagata per favoreggiamento.
Secondo la pubblica accusa, la registrazione ambientale avrebbe catturato i momenti cruciali dell’aggressione, permettendo di identificare la voce dell’imputato e, contestualmente, quella di una donna — ritenuta inizialmente essere Manuela. Tuttavia, gli esperti nominati dai legali di Dassilva contestano con fermezza questa attribuzione, sostenendo che la voce femminile analizzata “non corrisponde a quella di Manuela Bianchi”.
L’avvocato difensore sottolinea come l’alibi della donna, già oggetto di attenzione nelle prime fasi delle indagini, sia stato finora trascurato: “La nostra assistita ha fornito riscontri oggettivi sulla sua posizione al momento del delitto. Non ci sono elementi certi che colleghino la sua presenza alla scena del crimine”.
Il braccio di ferro tra accusa e difesa si inasprisce, dunque, con i periti impegnati in un confronto tecnico che potrebbe orientare le future decisioni del giudice. La possibilità di un riesame delle misure cautelari nei confronti di Louis Dassilva, tuttora in custodia, è attesa nei prossimi giorni.
Nel frattempo, il clima resta teso anche tra i familiari della vittima, ancora in attesa di risposte certe. L’attenzione mediatica è alta, mentre l’intera comunità di Rimini osserva con apprensione l’evolversi di un’inchiesta che appare sempre più complessa, frammentata tra verità contrastanti e analisi scientifiche in aperta contrapposizione.