L’onorevole Carolina Morace, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, si distingue per il suo impegno su tematiche sociali e di equità all’interno del Parlamento Europeo. Con una carriera alle spalle nel mondo dello sport e una sensibilità particolare verso le questioni di parità, Morace si batte per la riduzione delle disparità di genere, non solo nello sport, ma in tutti i settori della società. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistarla per approfondire le sue proposte politiche, le priorità per un’Europa più inclusiva e le sue idee per garantire una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno.
Come europarlamentare del M5S, quali sono le priorità che ritiene fondamentali per promuovere una maggiore equità di genere e garantire opportunità paritarie all’interno dell’Unione Europea?
Le diseguaglianze di genere sono diffuse in Europa e colpiscono tutti gli ambiti della società, dai luoghi di lavoro ai diritti, dal mondo dello sport a quello dei salari. Faccio un solo esempio, in Europa le donne guadagnano in media almeno il 12,7% in meno degli uomini, secondo l’Istat questa percentuale sale al 15% in Italia. Il salario minimo per esempio potrebbe sostenere il reddito di tutte le donne ed è una misura che va approvata quanto prima visto che esiste già in quasi tutti i Paesi europei e ha mostrato i suoi frutti.
In un contesto europeo sempre più orientato alla transizione ecologica, quali proposte concrete porterà avanti per garantire che questa transizione sia anche socialmente sostenibile e non penalizzi le fasce più vulnerabili della popolazione?
Il rischio di una transizione verde che penalizzi i ceti più popolari c’è e infatti noi siamo a favore di una transizione giusta e non elitaria. L’UE ha posto degli obiettivi giusti e condivisibili per lottare contro i cambiamenti climatici, ma non ha messo a disposizione delle risorse. Ecco perché serve un nuovo Recovery Fund focalizzato sull’energia che sostenga i cittadini e le piccole e medie imprese nella sfida della transizione.
Quali azioni concrete prevede per ridurre le disparità salariali tra atleti uomini e donne nelle competizioni internazionali?
Questo è un tema che mi sta molto a cuore. Nel mondo dello sport le differenze salariali fra atleti professionisti uomini e atlete professioniste donne sono troppo grandi e rappresentano ormai un chiaro segno di discriminazione. Durante l’audizione del Commissario designato allo Sport Glenn Micallef che si è tenuta questa settimana ho posto questo problema invitando la futura Commissione ad agire sulle federazioni sportive per equiparare i montepremi delle competizioni internazionali tra uomini e donne. Micallef ha risposto ricordando l’autonomia e l’indipendenza delle federazioni sportive e ha promesso che si farà sentire con loro perché l’equità di trattamento è un valore riconosciuto e chiaro dell’Unione europea. Il dialogo con le federazioni e le associazioni sportive è il prerequisito per migliorare il mondo dello sport e renderlo sempre più inclusivo e presente nella nostra società. La nostra battaglia per una maggiore equità continua.