Il Decreto Legislativo n. 125/2024, attuativo della direttiva 2022/2464/UE, ha introdotto nuovi obblighi di rendicontazione per le grandi imprese e le PMI quotate. Questo decreto rappresenta una svolta per la trasparenza aziendale e pone l’ESG (Environmental, Social, Governance) al centro della gestione aziendale. Le aziende non possono più considerare la sostenibilità come una scelta opzionale, ma devono integrarla nei loro bilanci e nei loro processi decisionali.
Il Decreto 125/2024 si inserisce in un più ampio quadro normativo europeo, che include la Direttiva CSRD. Entrambi gli strumenti legislativi mirano a migliorare la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni non finanziarie, incoraggiando le aziende a rendere conto non solo delle loro performance economiche, ma anche di quelle ambientali e sociali. Questo riflette un cambiamento di paradigma, in cui la sostenibilità è considerata fondamentale per il successo a lungo termine delle imprese.
L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e la rendicontazione ESG gioca un ruolo chiave in questo percorso. Le aziende, attraverso la rendicontazione obbligatoria, contribuiscono al monitoraggio dei progressi verso questi obiettivi, fornendo dati fondamentali per valutare l’impatto collettivo sul clima e sulla società.
Secondo quanto stabilito dal Decreto 125/2024, le aziende devono includere una sezione specifica nei loro bilanci dedicata alla sostenibilità. Gli obblighi riguardano:
Emissioni e Risorse:
Emissioni di gas a effetto serra: Le aziende devono rendicontare le emissioni dirette e indirette, tenendo conto non solo delle attività aziendali, ma anche delle operazioni lungo la catena di fornitura. Questo rappresenta una sfida significativa, soprattutto per le imprese con catene di approvvigionamento globali.
Uso delle risorse: Le imprese devono fornire informazioni dettagliate sull’uso delle risorse naturali come acqua, energia e materie prime. Devono dimostrare come stanno adottando pratiche sostenibili per ridurre lo spreco e migliorare l’efficienza.
Aspetti Sociali e Governance:
Salute e sicurezza dei lavoratori: Il decreto impone alle aziende di monitorare e riferire sulle condizioni di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Questo include la prevenzione degli incidenti e la promozione di ambienti lavorativi sicuri e conformi alle normative.
Parità di genere e diritti umani: La rendicontazione deve includere informazioni sulle politiche aziendali volte a promuovere la parità di genere e a garantire il rispetto dei diritti umani sia nelle operazioni aziendali che lungo la catena di fornitura.
Monitoraggio della Catena di Fornitura:
Le imprese devono riferire sugli impatti sociali ed economici legati ai fornitori e agli stakeholder lungo la catena di approvvigionamento. Questo implica la necessità di garantire che i fornitori aderiscano a standard di sostenibilità e diritti umani, richiedendo maggiore trasparenza in tutte le fasi della produzione.
L’adeguamento agli obblighi di rendicontazione ESG può presentare sfide significative, soprattutto per le aziende che non hanno ancora sviluppato strategie di sostenibilità consolidate. Raccogliere dati accurati, integrarli nei bilanci aziendali e garantirne la conformità alle nuove normative richiede investimenti in sistemi di gestione e competenze interne.
Tuttavia, queste sfide sono bilanciate dalle opportunità che la conformità ESG offre:
Vantaggio Competitivo: Le aziende che dimostrano un impegno forte verso la sostenibilità possono ottenere un vantaggio competitivo. I consumatori e gli investitori, infatti, sono sempre più attenti alle pratiche sostenibili, e una solida rendicontazione ESG può migliorare la reputazione e l’attrattiva dell’azienda sul mercato.
Miglioramento Operativo: Integrare la sostenibilità nella gestione aziendale può portare a miglioramenti operativi significativi. L’efficienza energetica, la riduzione degli sprechi e la promozione di pratiche lavorative sicure non solo rispettano le normative, ma possono anche ridurre i costi a lungo termine.
L’obbligo di rendicontazione ESG avrà un impatto differente a seconda del settore in cui operano le imprese. Ad esempio:
Settore manifatturiero: le aziende dovranno affrontare la sfida di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare l’uso delle risorse naturali, adottando tecnologie più efficienti e meno impattanti.
Settore energetico: per le imprese del settore energetico, la transizione verso fonti rinnovabili diventa centrale, così come la riduzione dell’impatto ambientale delle operazioni di estrazione e produzione.
Settore dei servizi: le aziende di servizi, pur avendo un impatto ambientale minore, devono comunque garantire pratiche di governance trasparente e adottare politiche di inclusione e diritti umani nella gestione del personale.
Per agevolare la conformità agli obblighi di rendicontazione ESG, esistono diversi strumenti digitali che possono supportare le aziende nella raccolta, gestione e analisi dei dati:
Piattaforme di gestione dei dati ESG: queste soluzioni consentono alle aziende di monitorare in tempo reale le loro performance in termini di sostenibilità, facilitando la raccolta e l’analisi dei dati necessari per la rendicontazione.
Software di reporting integrato: alcuni software permettono di integrare la rendicontazione finanziaria e non finanziaria, assicurando che tutti gli aspetti della sostenibilità siano documentati e conformi alle normative.
Le grandi imprese dovranno iniziare a rendicontare per l’esercizio 2025, con la pubblicazione dei dati prevista nel 2026. Le PMI quotate avranno un po’ più di tempo per adeguarsi, ma è essenziale avviare il processo il prima possibile per garantire la conformità ai nuovi standard.
Il Decreto Legislativo n. 125/2024 impone alle aziende di affrontare la sostenibilità in modo concreto e trasparente. Questo obbligo non solo garantisce la conformità alle normative europee, ma offre anche l’opportunità di rafforzare la reputazione aziendale, migliorare l’efficienza operativa e accedere a finanziamenti e incentivi riservati alle imprese sostenibili. Adeguarsi a queste nuove normative non è solo una sfida, ma una strada verso una crescita più responsabile e competitiva.
Bilancio ESG: Obbligo, non più Opzione
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