Autovelox e Ricorsi: La Strategia del Viminale per Affrontare le Controversie sulle Multe

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Negli ultimi mesi, il panorama delle sanzioni per eccesso di velocità in Italia è stato caratterizzato da un aumento significativo dei ricorsi da parte degli automobilisti. Questo fenomeno è scaturito da una sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito l’invalidità delle multe emesse tramite autovelox non omologati, ma semplicemente approvati. La distinzione tra “omologazione” e “approvazione” è diventata centrale nel dibattito: mentre l’omologazione implica una serie di controlli tecnici e amministrativi approfonditi, l’approvazione è un atto formale meno rigoroso. In Italia, molti dispositivi sono stati finora solo approvati, creando una lacuna normativa che ha alimentato le contestazioni.

Per fronteggiare questa situazione, il Ministero dell’Interno ha emanato una circolare indirizzata ai prefetti, fornendo linee guida su come gestire i ricorsi. Basandosi su un parere dell’Avvocatura dello Stato del 18 dicembre, la circolare suggerisce di sostenere la tesi della “piena omogeneità tra le due procedure, di omologazione e di approvazione”, presentando documentazione che evidenzi tale equivalenza. L’obiettivo è uniformare la difesa delle amministrazioni locali nei confronti dei ricorsi, cercando di dimostrare che l’approvazione dei dispositivi sia equiparabile all’omologazione.

Tuttavia, questa strategia potrebbe non essere risolutiva. La questione di fondo riguarda l’assenza di una procedura standardizzata per l’omologazione degli autovelox in Italia. Sebbene alcune aziende private rilascino certificazioni, manca una normativa chiara e univoca che disciplini l’intero processo. Di conseguenza, la validità delle multe emesse con dispositivi non omologati rimane incerta, e la risoluzione definitiva del problema potrebbe richiedere interventi legislativi più approfonditi.

In attesa di una soluzione normativa, il Ministero dell’Interno cerca di arginare l’ondata di ricorsi attraverso indicazioni operative, ma la complessità della questione suggerisce che il dibattito sia destinato a proseguire, coinvolgendo sia le istituzioni che gli automobilisti.