Approvata mozione della Lega contro l’educazione gender nelle scuole: “No alle drag queen in classe”. L’opposizione: “Attacco ingiustificato ai diritti civili”

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Il Parlamento ha approvato la mozione presentata dalla Lega che mira a vietare l’introduzione di attività educative legate alla tematica gender nelle scuole, con particolare riferimento alle iniziative che coinvolgono drag queen. La mozione, che ha generato un acceso dibattito, è stata giustificata dalla Lega come un provvedimento volto a proteggere i minori da contenuti considerati non idonei per l’ambiente scolastico.Il partito ha sottolineato che l’iniziativa non rappresenta una forma di discriminazione, ma piuttosto un’azione volta a preservare i valori tradizionali e a garantire che le attività didattiche restino conformi ai programmi educativi standard. “Il nostro obiettivo è tutelare l’integrità del percorso formativo dei bambini, senza influenze che riteniamo inappropriate”, ha dichiarato un esponente della Lega.L’opposizione ha duramente criticato la mozione, definendola una “crociata ideologica” contro i diritti e le libertà individuali. I rappresentanti dei partiti di opposizione hanno sottolineato come tale provvedimento possa alimentare pregiudizi e discriminazioni, evidenziando che l’inclusività e la diversità sono principi fondamentali che dovrebbero essere insegnati nelle scuole.”Si tratta di un attacco diretto ai diritti civili e alla libertà di espressione”, ha affermato un deputato dell’opposizione. “È assurdo pensare che la presenza di drag queen nelle attività scolastiche possa avere un impatto negativo sui bambini. Invece di promuovere l’ignoranza, dovremmo lavorare per costruire una società più inclusiva e rispettosa delle differenze”.La mozione ha suscitato reazioni contrastanti anche tra genitori e associazioni, con alcuni che appoggiano la decisione della Lega, mentre altri la considerano un passo indietro rispetto agli sforzi per l’inclusione e l’accettazione delle diversità nelle scuole.Il dibattito resta aperto, con molti che auspicano un dialogo più approfondito sulla questione per trovare un equilibrio tra la protezione dei minori e il rispetto dei diritti di tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere.