Il tema della migrazione e dell’asilo è al centro del dibattito politico europeo e mondiale. L’Europarlamentare Anna Cisint, impegnata su più fronti per garantire una gestione efficace e solidale di questi fenomeni, condivide la sua visione sulle politiche necessarie per affrontare una delle questioni più delicate e urgenti del nostro tempo. L’Onorevole Cisint ci parla delle sfide che l’Europa deve affrontare per conciliare sicurezza, accoglienza e integrazione. L’intervista si è svolta a Strasburgo, durante la plenaria di settembre, in un momento cruciale per il dibattito sulle politiche migratorie europee.
On.le Cisint, quali misure ritiene siano necessarie a livello europeo per migliorare il sistema di asilo e la gestione dei migranti?
Serve più serietà e centralizzazione nella gestione dei flussi migratori, con un rafforzamento delle frontiere, accordi internazionali per regolamentare le partenze, e una riforma delle politiche di asilo che non penalizzi i Paesi di frontiera come l’Italia.
Ritengo che ci sia bisogno in primis di un maggior controllo delle frontiere esterne all’Unione Europea per impedire l’ingresso irregolare di migranti. Proprio per questo motivo ad inizio mese abbiamo votato a favore dei fondi per Frontex, che abbiamo ottenuto, a tutela del nostro Territorio.
Senza accordi non c’è futuro: è impellente la necessità di stendere accordi con i paesi di origine e di transito dei migranti, come i Paesi africani e la Libia, accordi che includano anche il sostegno economico e logistico ai Paesi che ne hanno necessità, per migliorare le condizioni locali e ridurre la necessità di emigrare.
L’Italia non può in ogni caso essere lasciata sola a gestire gli arrivi: come più volte ribadito dalla lega, la solidarietà tra gli stati membri deve essere reale e vincolante, con una distribuzione equa degli arrivi. Non possono esserci pochi Paesi lasciati soli a gestire carico e conseguenze dei migranti. Proprio a questo riguardo, riteniamo il Regolamento di Dublino estremamente svantaggioso per i primi paesi accoglienti, perché attribuisce la responsabilità della gestione delle domande di asilo al primo Paese d’ingresso nell’Unione Europea.
Serve che l’Unione Europea investa di più in programmi che facilitino i programmi volontari, affiancati ad una più forte cooperazione dei paesi di origine nell’accettare i propri cittadini.
C’è qualcosa di specifico su cui il Parlamento Europeo dovrebbe concentrarsi?
Salvini sostiene che il Parlamento Europeo dovrebbe concentrarsi su alcune aree chiave quando si parla di migranti e asilo. Punti principali:
- Controllo delle frontiere esterne: Salvini sottolinea l’importanza di rafforzare la protezione delle frontiere esterne dell’Unione Europea per prevenire l’immigrazione illegale. Il Parlamento dovrebbe, secondo lui, concentrarsi sull’adozione di misure che aumentino la sicurezza delle frontiere e migliorino la capacità di controllo e di gestione dei flussi migratori da parte degli Stati membri, con un maggiore supporto a Frontex.
- Accordi con i Paesi di origine e transito: Il Parlamento Europeo dovrebbe lavorare per promuovere e sostenere accordi con i Paesi di origine e transito dei migranti. Questi accordi dovrebbero prevedere la cooperazione in materia di sicurezza, il rafforzamento delle frontiere di questi Paesi e il ritorno dei migranti irregolari. Salvini insiste sull’importanza di ridurre le partenze direttamente alla fonte, migliorando le condizioni nei Paesi di origine.
- Riforma del sistema di asilo: Salvini ha spesso criticato il sistema di asilo europeo, in particolare il Regolamento di Dublino, che ritiene ingiusto verso i Paesi di primo arrivo, come l’Italia. Il Parlamento dovrebbe concentrarsi su una riforma che preveda una distribuzione più equa dei richiedenti asilo tra tutti gli Stati membri, basata su criteri oggettivi e vincolanti.
- Gestione delle ONG e delle operazioni di salvataggio: Salvini è critico nei confronti delle attività delle ONG nel Mediterraneo, che ritiene incentivino le partenze e favoriscano il traffico di esseri umani. Il Parlamento dovrebbe, secondo lui, stabilire regole più rigide e trasparenti per le operazioni di salvataggio e per l’attività delle ONG, impedendo che l’Italia e altri Paesi di frontiera siano lasciati soli nella gestione degli arrivi.
- Rimpatri e gestione dei migranti irregolari: Un altro punto su cui il Parlamento Europeo dovrebbe concentrarsi, secondo Salvini, è la realizzazione di politiche più efficaci per il rimpatrio dei migranti irregolari. Questo include non solo il rafforzamento dei meccanismi di rimpatrio, ma anche la negoziazione di accordi bilaterali con i Paesi di origine per facilitare il ritorno dei migranti.
– Sostegno ai Paesi di primo arrivo: Salvini ritiene che il Parlamento Europeo dovrebbe garantire che i Paesi di primo arrivo, come l’Italia, non siano lasciati soli nella gestione dei flussi migratori. Questo include il sostegno finanziario, logistico e operativo per aiutare questi Paesi a gestire l’arrivo dei migranti e dei richiedenti asilo.
Solidarietà tra Stati membri:
L’Unione Europea continua a lottare con il concetto di solidarietà tra gli Stati membri nella gestione dei migranti. Quali passi concreti pensa che l’UE debba intraprendere per promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità tra i paesi membri?
Serve cooperazione reale: il trattato di Dublino soffoca i paesi più affacciati sulle rotte migratorie, obbligandoli a gestire ogni aspetto della migrazione. Se si tratta di un problema Europeo, allora c’è la necessità di creare un sistema che divida equamente il carico dei flussi e che sostenga i Paesi di primo arrivo, come l’Italia.
Lo stesso sistema di ricollocazione dei migranti è inefficace: abbiamo bisogno di una politica di maggiore controllo delle frontiere esterne dell’UE e di accordi con i Paesi di origine e transito dei migranti per ridurre gli arrivi.
Onorevole, lei è stata sindaca di Monfalcone. Dal suo punto di vista, quali sono le sfide principali che ha affrontato a livello locale riguardo l’accoglienza e l’integrazione dei migranti?
Monfalcone è una città che soffre le politiche scellerate della grande azienda che ha fatto snaturare la nostra città, importando dal 2005 manodopera povera grazie ai subappalti selvaggi e nulla dice neanche delle donne e bambine con il volto integramente coperto sottomesse dall’Islam più radicale, di cui io invece ho parlato.
La città che ho amministrato per 8 anni è esempio di cosa potrà succedere ovunque, se non si prende subito una posizione e non si portano avanti delle azioni.
Di fronte alle pretese sempre più arroganti dell’immigrazione radicale islamica di imporre alla nostra società i propri modelli culturali e le proprie regole coraniche in contrasto con gli ordinamenti giuridici del nostro Paese è necessaria una posizione chiara da parte di chi svolge ruoli politici o ricopre posizioni istituzionali. La subordinazione e l’accettazione di questi loro modelli, nel segno di un multiculturalismo fasullo, ha diffuso nelle nostre città situazioni evidenti di illegalità, di insicurezza, di degrado sociale e di violazione dei diritti umani, specie per le donne e i minori. È inaccettabile intendere l’integrazione come una sudditanza alle loro imposizioni e ai loro modi di vita al di fuori del rispetto di ogni regola, quando, invece, deve essere esattamente il contrario: chi vive nel nostro Paese deve conformarsi ai nostri principi e alle leggi che regolano la nostra convivenza. Per questo intendo portare fino in fondo la mia battaglia a difesa della civiltà e dei valori occidentali, che sono i fondamenti del nostro convivere civile e della nostra libertà. Chi si colloca dall’altra parte, tradisce le istanze e i bisogni della nostra comunità, accettando una condizione di illegalità e prepotenza che rischia di compromettere le basi della nostra società e la nostra stessa identità”.