Negli articoli precedenti ho esplicitato come, le modalità utilizzate per fornire l’informazione e i dibattiti basati su condotte di natura aggressiva, vadano a influenzare un’immagine stereotipata di perpetratori e vittime, fornendo una precisa narrazione dominante. Spesso si tratta di narrazioni unilaterali in cui ascoltiamo la voce del giornalista o del redattore del servizio televisivo. Raramente abbiamo a disposizione una ricostruzione neutra fatta da parenti, agenti di polizia, avvocati e tecnici. La predominanza è quella di una ricostruzione falsata, spesso faziosa, e non un confronto tra ambo le parti basato su fatti il più possibile obiettivi. Si consideri che, in ambito giudiziario, vi è una differenza tra realtà storica e realtà processuale e, il portare costantemente alla cronaca ricostruzioni faziose e finalizzate a fare audience, non facilità il processo di mantenimento di un’obiettività. Nonostante gli sforzi che possono essere messi in atto, siamo di fatto tutti in qualche modo influenzabili.
Inoltre, il potere dei mezzi di comunicazione di massa risiede nella capacità di modellare una determinata realtà sociale. Gli spettatori, anche i meno attenti, in qualche misura sono investiti da questo potere, trasferiscono le informazioni mediatiche nella percezione del loro mondo reale.
Secondo la Teoria della Coltivazione, i mezzi di comunicazione tendono a sovra-rappresentare alcuni fenomeni sociali rispetto alla loro reale incidenza, operando in questo modo una distorsione della realtà. Un’elevata esposizione a tali distorsioni mediatiche si traduce nella percezione che il fenomeno sovra-rappresentato rifletta la realtà del mondo che ci circonda. La teoria afferma infatti che i mass media coltivano atteggiamenti e valori che sono già presenti in una cultura, dando loro così una spinta propulsiva.
Perciò non tutti gli stimoli “devianti” e “anomali” sono adeguati ed efficienti, ma solo quelli che hanno caratteristiche aggiuntive quali l’attrattività immediata e il legame con preesistenti tendenze latenti nella società. Il risultato è che i contenuti dei media commerciali, in condizioni di assenza di specifiche limitazioni, tenderanno sistematicamente a sfruttare il più possibile questo tipo di contenuti.