Scandalo mascherine: Fratelli d’Italia accusa il governo Conte di acquisti irregolari durante la pandemia

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Nel corso dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid-19, emergono dettagli preoccupanti riguardo all’acquisto di dispositivi di protezione individuale durante l’emergenza sanitaria. Secondo quanto denunciato da Fratelli d’Italia (FdI), sarebbero state importate 880 milioni di mascherine contraffatte, per un costo complessivo di 1,25 miliardi di euro, con prezzi superiori di tre-quattro volte rispetto al mercato. Queste operazioni, avvenute sotto la supervisione del commissario Domenico Arcuri durante il governo presieduto da Giuseppe Conte, sono ora al centro di un acceso dibattito politico.

Le accuse di Fratelli d’Italia

In una conferenza stampa tenutasi alla Camera dei Deputati, i rappresentanti di FdI hanno espresso forte preoccupazione per quella che definiscono una “congiura del silenzio” da parte dei principali media, che avrebbero oscurato uno scandalo di tale portata. Il capogruppo al Senato, Lucio Malan, ha dichiarato: “Nella commissione d’inchiesta sul Covid emerge che milioni di mascherine sono state pagate e distribuite, pur non essendo idonee, perché chi doveva controllare non lo ha fatto e chi ha indagato è stato ostacolato in ogni modo.” La deputata Alice Buonguerrieri ha aggiunto dettagli sulle cifre coinvolte: “Stiamo parlando di commesse pagate oltre un miliardo e 251 milioni di soldi pubblici; da altre audizioni abbiamo verificato che sono state pagate 3-4 volte in più rispetto al prezzo di mercato.” FdI sottolinea inoltre che, nonostante la dirigenza delle Dogane e il governo dell’epoca fossero a conoscenza dell’inidoneità di questi dispositivi, le mascherine sono state comunque distribuite, mettendo potenzialmente a rischio la salute pubblica. Il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami, ha commentato: “Non voglio neppure pensare che il Presidente Conte, di cui penso il peggio su tante cose, potesse essere consapevole che queste mascherine erano, evidentemente, non valide.”

Le reazioni della maggioranza e delle altre forze politiche

All’interno della maggioranza, le reazioni sono state variegate. Forza Italia ha espresso sorpresa per le modalità con cui FdI ha gestito la comunicazione su questo tema, evidenziando la necessità di evitare un uso politico della commissione d’inchiesta. Altri esponenti della coalizione hanno invitato alla cautela, sottolineando l’importanza di attendere l’esito completo delle indagini prima di trarre conclusioni definitive. Dall’opposizione, il Partito Democratico ha criticato l’approccio di FdI, definendolo scorretto e accusando il partito di strumentalizzare la commissione per fini politici. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, ha evidenziato l’importanza di fare chiarezza sulla vicenda, ma ha ammonito contro derive propagandistiche che potrebbero distorcere la realtà dei fatti.

Il contesto e le implicazioni future

Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio di scrutinio sulle decisioni prese durante la gestione della pandemia. La Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid-19 ha il compito di far luce su eventuali irregolarità e responsabilità politiche nell’approvvigionamento e nella distribuzione di dispositivi di protezione individuale e altri materiali sanitari. Le accuse mosse da Fratelli d’Italia sollevano interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia dei controlli durante l’emergenza, mettendo in discussione la gestione delle risorse pubbliche in un momento di crisi senza precedenti.È fondamentale che le indagini proseguano in maniera approfondita e imparziale, al fine di accertare le responsabilità e garantire che episodi simili non si ripetano in futuro. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni dipende anche dalla capacità di queste ultime di affrontare con trasparenza e rigore le criticità emerse durante periodi di emergenza.