Cassazione conferma la condanna a Mimmo Lucano a 18 mesi per falso

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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a un anno e mezzo per Mimmo Lucano, decisione che ribadisce la pena di 18 mesi per il reato di falso, respingendo la richiesta di un ulteriore appello – noto come “appello bisRiace”. Con questo provvedimento, la Suprema Corte ha ritenuto che gli elementi probatori raccolti nelle sedi precedenti fossero sufficienti a giustificare la condanna, non ritenendo necessaria una revisione della sentenza di primo grado.

Il pronunciamento della Cassazione rappresenta un ulteriore tassello in una vicenda che ha visto al centro della controversia il noto politico e ex sindaco di Riace, figura da sempre al centro del dibattito politico e mediatico per le sue politiche innovative in tema di integrazione e gestione del territorio. La decisione giudiziaria ha suscitato reazioni forti: mentre da una parte alcuni sostengono che la condanna sia il frutto di un sistema giudiziario particolarmente rigido, dall’altra c’è chi la interpreta come il riconoscimento della correttezza dell’azione giudiziaria.

In un intervento, Lucano ha sintetizzato il suo sentimento di opposizione al sistema affermando: “Vince Davide contro Golia”, una metafora che esprime il suo senso di battaglia contro un apparato giudiziario che egli considera ineguale e intransigente. Tale dichiarazione ha alimentato il dibattito pubblico, facendo emergere un profondo contrasto tra chi sostiene il politico e chi, invece, ritiene che la giustizia debba fare pieno affidamento sui fatti e sulle evidenze presentate in tribunale.

La Cassazione, esaminando attentamente le motivazioni addotte dalla difesa, ha ritenuto che non vi fossero elementi capaci di inficiare la valutazione iniziale. La decisione, pertanto, chiude la porta alla possibilità di ulteriori ricorsi in sede penale, segnando un punto fermo in una vicenda che continua a essere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori.

Resta ora da osservare se la vicenda potrà ulteriormente evolversi in altri ambiti, anche a livello amministrativo o politico, e quali ripercussioni potrà avere sul panorama locale e nazionale. Nel frattempo, la conferma della pena di 18 mesi si aggiunge a un percorso giudiziario già lungo e complesso, che mette in luce le tensioni tra il diritto alla difesa e l’esigenza di garantire il rispetto delle norme in materia di falsità.

L’attesa è ora rivolta alla prossima mossa della difesa e all’eventuale reazione dei sostenitori di Lucano, in una vicenda che, come quella di Davide e Golia, continua a dividere e a stimolare il confronto nel panorama politico italiano.

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