Dieci anni di Mattarella al Quirinale: il Presidente della sobrietà e della fermezza

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Dieci anni al vertice dello Stato, in uno dei periodi più complessi della storia repubblicana. Sergio Mattarella ha attraversato due mandati presidenziali segnati da crisi politiche, pandemie, guerre e trasformazioni epocali, mantenendo sempre il faro della Costituzione ben saldo nella tempesta.

Eletto per la prima volta il 31 gennaio 2015, Mattarella è stato il Presidente della Repubblica che ha incarnato con rigore istituzionale e umanità i valori fondanti della Repubblica. Uomo di poche parole e di grandi gesti, ha saputo interpretare il suo ruolo con uno stile che ha progressivamente rafforzato il legame tra il Quirinale e i cittadini.

Il primo mandato: tra crisi politiche e pandemia

Fin dai suoi primi anni, il mandato di Mattarella è stato attraversato da profonde turbolenze politiche. Ha gestito con equilibrio la crisi del 2016 che portò alle dimissioni di Matteo Renzi dopo il fallimento del referendum costituzionale, favorendo la transizione verso il governo Gentiloni. Ma è nel 2018, con l’avvento del governo gialloverde, che il Presidente dimostra tutta la sua fermezza. Il suo rifiuto di nominare Paolo Savona ministro dell’Economia, per via delle sue posizioni anti-euro, porta alla momentanea rottura con la coalizione Lega-M5S, ma rafforza il suo ruolo di garante della stabilità.

Quando nel 2020 la pandemia di Covid-19 travolge l’Italia, Mattarella diventa il simbolo della coesione nazionale. Con un linguaggio sobrio ma incisivo, invita gli italiani a resistere e a fidarsi della scienza, mostrando la sua vicinanza a chi soffre. La sua celebre frase “Dobbiamo essere uniti per ripartire”, pronunciata nel pieno dell’emergenza, resta una delle più emblematiche del suo settennato.

Il secondo mandato: l’inaspettato bis e le sfide globali

Nel gennaio 2022, dopo giorni di stallo politico e tentativi falliti di eleggere un nuovo Presidente, Mattarella accetta, con riluttanza, la rielezione. Il Parlamento gli chiede di restare per garantire la stabilità in un momento cruciale: la guerra in Ucraina è alle porte, l’inflazione galoppa e l’Italia ha bisogno di un riferimento solido.

Nel suo secondo mandato, Mattarella si trova a gestire la transizione dal governo Draghi a quello Meloni. Con il suo stile inconfondibile, vigila senza interferire, ricordando però i principi democratici e costituzionali in più occasioni. Il suo richiamo alla tutela dei diritti e al rispetto delle istituzioni rimane costante, soprattutto nei momenti di maggiore tensione politica.

Un Presidente che ha cambiato il ruolo del Quirinale

Se c’è un lascito che questi dieci anni ci consegnano, è la trasformazione del ruolo del Presidente della Repubblica. Con Mattarella, il Quirinale ha assunto un peso ancora più rilevante nella tenuta del Paese, diventando il vero punto di equilibrio tra le spinte centrifughe della politica.

La sua capacità di mediazione, la fermezza nei momenti critici e la sua innata sobrietà hanno reso Sergio Mattarella uno dei Presidenti più amati dagli italiani. Non è stato solo un arbitro imparziale, ma un punto di riferimento morale e istituzionale.

Ora, con il 2029 all’orizzonte e la fine naturale del suo secondo mandato, l’Italia si interroga su chi potrà raccogliere un’eredità tanto pesante. Ma una cosa è certa: dopo dieci anni di Mattarella, la Presidenza della Repubblica non sarà più la stessa.